- Luis Vasquez - Tutti gli strumenti
1. Breathe the Fire 3:14
2. Circles 4:02
3. Out of Time 3:52
4. When It's Over 4:25
5. Dead Love 4:04
6. Parallels 3:10
7. We Are We 2:29
8. Sewer Sickness 2:33
9. Into the Depths 3:27
10. Primal Eyes 2:41
11. Tiny Spiders 3:50
The Soft Moon
The Soft Moon è il primo full-length del progetto eponimo The Soft Moon, alias dietro il quale si cela il californiano Luis Vasquez, nonché uno dei debutti che ultimamente ha suscitato più interesse negli afecionados dell'ambiente più etereo e mistico legato alla dark-wave.
Pubblicato sotto l'egida della Captured Tracks del noto Mike Sniper, il disco rappresenta un'affascinante opera di revival anni '80 (come si intravede già dalla copertina, reminescente degli artwork di Wire e Tuxedomoon), che concilia diverse tendenze che vanno dall'industrial al gothic, passando per post-punk, noise e dream-pop, in un mix coeso e omogeneo.
Le influenze sono ben riscontrabili in tutta la durata dell'album, nel quale si notano facilmente le reminescenze melodiche cupe di band quali Sisters of Mercy e Cure così come il sound alienato dei Suicide, ma nonostante questo, grazie al buon lavoro in fase di song-writing per conciliare tutti questi elementi, l'album scorre senza troppi problemi e senza lasciare pesanti sensazioni di già sentito; anzi, The Soft Moon è un lavoro genuinamente freddo, tetro, opprimente nella sua fumosa etereità, e in questo degno erede di Bauhaus e Cure.
L'omaggio alle correnti alternative degli anni '80 è fin da subito palesato dai primi pezzi: Breathe the Fire, un brano etereo (ma velato da tinte dark) su cui si librano i timidi sussurri filtrati di Vasquez, e l'ipnotica Circles, invece più rumorista e debitrice del post-punk e del noise, chiariscono il percorso che si intende percorrere in questo Soft Moon, in cui Vasquez prende in prestito, rimaneggia e riassembla a piacimento tutte le correnti tipicamente anni '80, risultando così in una proposta efficace e coinvolgente. È invece il synth-pop (contaminato da un'attitudine decadente e oscura che può far venire in mente i Suicide) che viene sfruttato nella successiva Out of Time, mentre in When It's Over si interrompe momentaneamente il muro sonoro che rappresentava il filo conduttore tra le tracce precedenti in favore di chords di chitarra geometrici, che si sposano con l'atmosfera esoterica data da sussurri impalpabili, per poi riprendere lentamente con un climax quasi mistico; le influenze di certa dark-wave alla Sister of Mercy tornano quindi con Dead Love, e vengono di nuovo allontanate dal sopraggiungere di Parallels, che riprende le basi ritmiche post-punk dei Tuxedomoon.
Perfino delle influenze noise fanno capolino nella più breve We Are We, e ancor più nella successiva Sewer Sickness, alternate dalle ingerenze dark-wave e sempre sostenute da una base ritmica tipicamente post-punk; con Into the Depths invece Vasquez costruisce un tessuto sonoro arido e spaziale, che sembra fare l'occhiolino a certi sound stranianti della kosmische Musik, riportati in auge anche in Primal Eyes, sospesa tra un'atmosfera onirica alla Cocteau Twins e tra freddi e inquietanti suoni vicini al kraut-rock. Posta a conclusione dell'album vi è infine la convincente Tiny Spiders, che si pone in continuità con il sentiero a cavallo tra i suoni post-punk e i tessuti fumosi del dream-pop, prima di sfociare in un turbinio di rumori che conclude l'esperienza di Soft Moon, quasi fosse affidato a questo pezzo il compito di riassumere tutti gli elementi che compongono la musica di Vasquez.
Di certo, in questo Soft Moon, Vasquez mostra una grande abilità, ovvero quella di saper comporre musica dal sapore tipicamente ottantiano senza comunque risultare eccessivamente nostalgico e anacronistico. Questo lavoro si è rivelato una grande prova della sua capacità e ha focalizzato su di sé grandi aspettative per la maturazione del progetto, che si spera sia capace di accantonare certe influenze superflue per rendere il suo sound ulteriormente speciale.