- Gary Lightbody – voce, chitarra, tastiera
- Nathan Connolly – chitarra, voce
- Mark McCelland – basso, tastiere
- Jonny Quinn – batteria, percussioni
- James Bambury – pianoforte, violoncello, archi
- Fiona McCapra – violino
- Bruce White – viola
1. How To Be Dead (03:21)
2. Wow (04:02)
3. Gleaming Auction (02:04)
4. Whatever’s Left (02:39)
5. Spitting Games (03:46)
6. Chocolate (03:02)
7. Run (05:54)
8. Grazed Knees (02:55)
9. Ways & Means (04:47)
10. Tiny Little Fractures (02:28)
11. Somewhere a Clock Is Ticking (04:42)
12. Same (06.54)
13. We Can Run Away Now They're All Dead And Gone [Bonus] (03:15)
14. Half The Fun [Bonus] (02.54)
Final Straw
Please don't go crazy, if I tell you the truth, no you don't know what happened / And you never will if you don't listen to me while I talk to the wall. Inizia con questi versi semplici e diretti, ma già tremendamente significativi, il terzo capitolo del romanzo discografico targato Snow Patrol. La band, le cui origini affondano le radici tra l’Irlanda del Nord e la Scozia, giunge a battesimo nella scena dominata dal grande pubblico con questo full-lenght. Dopo i pionieristici Song for Polarberars (1998) e When It's All Over We Still Have to Clear Up (2001) è un battesimo fortunato, che regala alla voce Gary Lightbody e compagni un successo a lungo auspicato e senza dubbio meritato, seppur per certi versi inaspettato.
Final Straw lascia straniti, al primo impatto, tanto è forte la ventata di novità portata dal suono di questa Indie Rock band. L’eco è talmente vasta che gli Snow Patrol diventeranno protagonisti anche negli Stati Uniti, dove il loro singolo Run verrà ricordato come una delle canzoni di stampo britannico più passate nelle frequenze radio d’oltre oceano. La cosa non stupisce, a dire il vero, perché questo pezzo, che se ne sta a metà esatta nel cammino di Final Straw, è davvero destinato a rimanere nell’immaginario collettivo come una perla di pregevole fattura.
Gli Snow Patrol sono questo ed altro: melodia, liriche disincantate, atmosfere segnate ora dall’incedere delle percussioni, un attimo dopo dominate dalle chitarre acustiche o dall’innesto di suoni elettronici che impreziosiscono il già corposo arrangiamento.
Con How To Be Dead, traccia d’apertura, i primi spunti sono già tutti evidenti. L’aria è quella di una ballata, il che quasi sorprende l’ascoltatore nel trovarsi un brano del genere all'inizio. E’ soltanto un’impressione, tuttavia, perché il pezzo apre il sipario in grande stile su quest’opera. Un lavoro che assume sempre maggior caratura con le successive Wow e Gleaming Auction, la cui parte finale si confonde con l’incipit della brillante Whatever’s Left.
Gli Snow Patrol sembrano prenderci gusto. Spitting Games è entusiasmante: il riff di chitarra si lega alla perfezione all’arrangiamento semplice del pezzo. Mentre con Chocolate, da cui emergono i versi che conferiranno poi il titolo al full-lenght (This is the straw, final straw in the / Roof of my mouth as I lie to you), la band raggiunge la vetta nell’impatto emotivo, prima della bellissima Run, appunto. Lo dicevamo in apertura: è forse questa la miglior creatura di Final Straw. Una canzone da “singolo”, non v’è dubbio, ma con l’importante peculiarità di permettere all’ascoltatore di aver sempre qualche cosa di nuovo da scoprire. E’ ancora la lirica a giocare il ruolo decisivo, unitamente alla voce di Lightbody, che finalmente esce allo scoperto dopo le ovattate atmosfere delle tracce precedenti.
Tutto finito? Neanche per sogno. Grazed Knees mette in luce la vena più romantica di questi ragazzi. L’arpeggio di chitarra iniziale dipinge un paesaggio fatto di sogni che si accavallano alla realtà, con gli archi sapientemente innestati da Mark McClelland a rappresentare la vera gemma incastonata in Final Straw.
Quindi è la volta di Ways & Means, seguita in serie da Tiny Little Fractures (dalle sembianze rock ‘n roll), ancora dalla lenta Somewhere a Clock Is Ticking.
Same, infine, a conclusione di un lavoro virtuoso, rappresenta il pezzo ideale da ballare abbracciati alla propria metà negli ultimi minuti di una festa in riva al mare, prima che il sole faccia capolino all’orizzonte. Per concludere, due bonus track vanno a completare il full-lenght nell’edizione americana di Final Straw: sono la scorbutica We Can Run Away Now They're All Dead And Gone e la sua parente stretta, osiamo dire, Half The Fun.
Scorrono i titoli di coda. Gli Snow Patrol incantano per la loro spontaneità e per l’indiscutibile vena creativa dimostrata nella sapiente unione di tradizione ed innovazione. Non ci sorprendiamo del fatto che gli U2 (una delle band predilette da Lightbody & co.) li abbiano voluti come gruppo spalla in apertura ad alcune date del loro ultimo tour mondiale.
Non ci scompone, perché gli Snow Patrol sanno il fatto loro e miglior prova di ciò non può esistere, se non in questo Final Straw. Un album che rimmarrà a lungo nella discografia dell'Indie Rock che conta.