- Elliott Smith - voce, chitarra acustica
Disc 1
1. Angel in the Snow (02:39)
2. Talking to Mary (03:44)
3. High Times (03:13)
4. New Monkey (03:14)
5. Looking Over My Shoulder (03:41)
6. Going Nowhere (03:53)
7. Riot Coming (03:45)
8. All Cleaned Out (02:59)
9. First Timer (02:44)
10. Go By (03:48)
11. Miss Misery (early version) (02:58)
12. Thirteen (02:43)
Disc 2
1. Georgia, Georgia (01:48)
2. Whatever (Folk Song in C) (02:19)
3. Big Decision (02:02)
4. Placeholder (02:32)
5. New Disaster (04:12)
6. Seen How Things are Hard (03:23)
7. Fear City (03:31)
8. Either/Or (02:29)
9. Pretty Mary K (other version) (03:26)
10. Almost Over (02:13)
11. See You Later (02:56)
12. Half Right (03:50)
New Moon
Elliott Smith non aveva un viso da copertina. Non amava nemmeno la luce dei riflettori. Ha preferito tenerla spenta anche quando, nel 2003, decise di abbandonare il palco principale, quello in cui ogni giorno recitava i contorti copioni di una vita.
A quasi quattro anni di distanza dalla scomparsa di questo ragazzo del Nebraska, una luna nuova veglia sullo spirito inquieto di Elliott Smith. Esce con il titolo di New Moon, "luna nuova" appunto, questa raccolta di rarità e incisioni inedite assortite risalenti al primissimo periodo da solista del giovane cantautore, quello intercorrente tra il 1994 ed il 1997. Lo dicevamo poche righe sopra: Smith non era un fico, e delle copertine non gliene importava un accidente. Viene fugato in questa circostanza ogni dubbio sull'onestà e la sincerità di questa operazione discografica postuma. Si tratta di un omaggio, un regalo al talento di un autore scomparso troppo presto e rimpianto da tutti, fans ed addetti ai lavori, benché la sua popolarità non avesse mai raggiunto vette chissà che importanti.
Elliott Smith era questo, e non finiremo mai di ribadirlo: era un ragazzo fragile e con un cuore grande così, che in questo New Moon sembra essere filmato di nascosto nel periodo di maggior creatività musicale, quello di capolavori come il Either Or, per intenderci. New Moon è una vera e propria raccolta; si snoda in 24 canzoni raccolte in due cd. Il primo ci ricorda Smith per com'era davvero. Sembra di vederlo ancora, nel salotto di casa sua, con la chitarra tra le braccia ed un centinaio di fogli sparsi a terra, mentre gira e rigira accordi e pensieri. Il secondo, invece, ha un'animo maggiormente folk.Sono 24 canzoni, dicevamo. Sembrano il filo rosso, la linea conduttrice di quella fase in cui Elliott, una volta abbandonati gli Heatmiser iniziava a concentrarsi sulla dimensione acustica. E' un qualcosa che si lega indissolubilmente ai primi tentativi di raggiungere lo stile che già nell'esordio con Roman Candle aveva ottenuto un successo folgorante. Accordi inquieti legati a melodie desolate e sussurri sbiaditi, quasi lontani: questa era l'anima di Elliott Smith, negli anni di Portland, in una dimensione spettrale e non senza le droghe che segnarono un periodo di quella vita troppo spesso ingenerosa nei suoi confronti.
Smith prende un foglio di carta bianco e immerge la punta del suo pennello arruffato nell'acqua e nei colori ad acquerello. Inizia a dipingere. Inizia a realizzare immagini che, come flash, gli attraversano la mente. Angel In The Snow è l'apertura, un togliere il sipario che ci immerge immediatamente nell'atmosfera grigia, quasi cupa, del mondo che fu di Elliott Smith.
Non c'è nulla che non somigli a qualche cosa di già sentito nei capitoli iniziali della discografia di questo giovane cantautore; è cosa normale, visto che il periodo di composizione è quello dei primi, struggenti ma nel contempo entusiasmanti lavori.
Svettano anche High Times, Going Nowhere, Riot Coming. Col passare dei minuti, tra il pizzicare le corde della chitarra ed il narrare momenti di vita reale e colma di disavventure, cresce in noi la nostalgia per questo significativo frammento di musica che il destino si è portato via troppo presto.
Sul finire del primo disco, che da solo vale il lavoro compiuto con la creazione di New Moon, compaiono anche due pezzi già conosciuti. Una versione primordiale di Miss Misery, che per un attimo proiettò Smith nello scenario hollywoodiano che più conta grazie alla colonna sonora di Will Hunting; ed una versione di sola acustica del pezzo Thirteen dei Big Star.
Il secondo cd presente in New Moon scorre più velocemente. E' la prima parte a recitare il ruolo di protagonista essenziale in questo ricordo al genio di Elliott Smith. Spiccano Either, Or (con un ipnotico tappeto di organi nell'incipit), naturalmente, ed un'impegnata ed emblematica See You Later. Come non ricordare, poi, la conclusiva Half Right. Un'altra perla uscita dalla mente di Smith e traccia per i titoli di coda.
La notte sta lentamente lasciando la scena. Se ne va la luna nuova che della notte è stata unica lanterna. Un nuovo sole è all'orizzonte. E con il sole affiora la nostalgia: per le nuvole grigie di Portland, per le note di quella chitarra acustica che Smith amava come una figlia. Nostalgia per tutto quanto era Elliott Smith.