- Jason Lubrano - voce
- Andrew Karaptis - chitarra
- Lou Fontana - chitarra
- Stephen Andolfo - basso
- Adam Kuhn - batteria
Guests:
- Megan Lepore - voce nella quinta traccia
1. A Fire In The Mine (03:29)
2. Pagansong (03:01)
3. The Small Arms Psalms Dealer Suite (01:51)
4. Tonight...On A Very Special Episode (02:27)
5. My Headlocks Are (Crazy) (02:34)
6. Your Sister's A Werewolf (02:21)
7. Perpendicular Cross-Talk (02:39)
8. Scumbagsville, CT (02:01)
9. Baby's Too High To Drive Tonight (04:10)
10. Galactus: Devourer Of Worlds (02:35)
11. What Would Bruce Campbell Do? (02:26)
12. Things Explode For No Reason (03:13)
A Single Unifying Theory
Gli Small Arms Dealer nascono a Long Island, New York, nella primavera del 2004 ed annoverano fra le proprie fila musicisti tutt’altro che inesperti, con alle spalle un passato negli On The Might Of Princes, Contra ed Explosivo, gruppi molto apprezzati all’interno del vastissimo underground Punk Rock americano. Nell’agosto dello stesso anno viene pubblicato un demo, intitolato The Hot Knives, che permette al gruppo statunitense di firmare per la Deep Elm Records. Grazie a quest’ultima, gli Small Arms Dealer incidono A Single Unifying Theory, loro debutto discografico. Importante notare il fatto che l’album, oltre ad essere dotato di un artwork veramente invidiabile e di una copertina splendida, è stato prodotto addirittura da Phil Douglas, leader dei noti Latterman.
Dodici tracce, poco più di mezz’ora di musica, una musica appassionante e mai noiosa. Il sound è fresco, talvolta persino frizzante, molto derivato certo, ma comunque avvincente. La mano di Douglas è evidente e difatti i suoi Latterman sono un riferimento costante in tutto l’arco del disco, così come gli Hot Water Music, gruppo originario della Florida. Gli Small Arms Dealer sono dediti ad un Punk melodico dalle venature Rock ‘n’ Roll, lontano dalla furia dell’Hardcore e dalle velocità incontrollate dell’Oi!. Sebbene tutte le canzoni abbiano una struttura piuttosto elementare, sarà veramente difficile abbandonare l’album dopo qualche ascolto occasionale. La tecnica non è certamente un elemento portante del Punk, non lo è mai stata, e le linee strumentali lo dimostrano, pur trovando nella semplicità la loro arma vincente. Dal canto suo, lo stile del vocalist, curiosamente presentato con il soprannome di Authentic Swords, a sottolineare lo spirito goliardico alla base del progetto, varia di brano in brano quel tanto che basta per rendersi davvero esemplare.
Apre il full lenght A Fire In The Mine, pezzo brillante e capace di coinvolgere grazie ai suoi cori ed al suo incedere travolgente. Diretto come un pugno nello stomaco, il testo di Pagansong, canzone più pacata rispetto alla precedente, chiarisce gli intenti della band ed anticipa l’aggressiva The Small Arms Psalms Dealer Suite, la quale, alla pari di Tonight...On A Very Special Episode, mette in mostra una band impetuosa ed in grande spolvero. La durata media delle track si aggira intorno ai tre minuti, in piena tradizione Punk. Ciò consente al gruppo di dare libero sfogo alla propria creatività senza prolungarsi troppo. L’acustica My Headlocks Are (Crazy) offre sonorità flemmatiche, sognanti e malinconiche. Ad impreziosire il brano ci pensano un cantato femminile, tanto fugace quanto propizio, ed un assolo totalmente distaccato, quasi freddo. Da non perdere sono inoltre Perpendicular Cross-Talk, con il suo esordio tipicamente Indie, la spensierata Baby's Too High To Drive Tonight, Galactus: Devourer Of Worlds, la quale ricorda per certi versi i Sum 41, e la conclusiva, magnifica, Things Explode For No Reason. Da notare infine What Would Bruce Campbell Do?, tributo al grandissimo Bruce Campbell, icona del cinema Horror per la sua straordinaria interpretazione nel celebre film La Casa.
C’è poco da fare, A Single Unifying Theory è un’opera veramente interessante, senza contare il fatto che si tratta di un disco d’esordio. Quel tipo di Punk che preferisce la melodia a discapito della violenza sonora viene perfettamente riassunto in queste dodici canzoni, solide, gustose e divertenti. Non un calo di qualità, non un attimo di piattezza: gli Small Arms Dealer non potevano iniziare in modo migliore la propria avventura, entrando così di diritto fra le promesse del Punk made in U.S.A.