- Nicola Cozzi - voce, basso
- Silvia Viglione - voce
- Antonio Magrini - chitarra
- Stefano Cerri - batteria
- Martina Monferrini - tastiera
1. From Heaven
2. Best for Me
3. My Worst Enemy
4. Learning
5. The Choice
6. Liar
7. Flesh and Bones
8. The Gift
9. Water
10. Shelter
11. Back Again
12. Roles
Thin Limits
I milanesi Sleep Of Thetis, attivi ormai nella scena undergorund italiana dal 1994 quando erano conosciuti sotto il moniker di Outrage e proponevano sonorità prettamente inclini al Thrash Metal, giungono al debutto discografico con Thin Limits nel 2006: la band nel corso degli anni ha evoluto profondamente il proprio sound, anche grazie a diversi cambi di line-up, e propone in questo esordio autoprodotto, estremamente professionale sia nella confezione digipack, sia nella accurata registrazione, un misto tra Gothic e Nu Metal, arricchiti da spunti Pop e da sottofondi elettronici.
Il disco si apre con From Heaven, canzone incisiva sia nel ritmo sostenuto, sia nell’approccio delle chitarre distorte: la presenza dell’elettronica e di un feeling tipicamente gotico rivisitato in chiave contemporanea trova parallelismi con il lavoro svolto da bands quali gli svizzeri Lunatica o gli italiani Macbeth. La voce di Silvia Viglione è il punto centrale della musica degli Sleep Of Thetis, anche se spesso affiancata dal cantato di Nicola Cozzi, determinato e altrettanto valido.
Trascinante e convincente è Best For Me, capitolo dotato di una struttura efficace e di un accompagnamento ritmico di elevato spessore, con una batteria elaborata e degna degli acts main-stream.
My Worst Enemy è un episodio altrettanto sorprendente per le sue tendenze Nu Metal ed elettroniche, condite da un cantato impeccabile: la tendenza verso filoni alternativi è uno degli ambiti maggiormente esplorati nel panorama gotico odierno, come testimoniano le opere degli ultimi Lacuna Coil o Madder Mortem, e gli Sleep Of Thetis danno prova di un’originalità assoluta attraverso tracce soddisfacenti come la dolce Learning o la sperimentale Flash And Bones.
Ciò che stupisce della formazione lombarda è la capacità di variare notevolmente il proprio registro stilistico all’interno dell’album, senza perdere contatto con un filo conduttore che unisce l’intero Thin Limits.
Tra rivisitazioni progressive e atmosfere oscure prendono forma i brani conclusivi, che chiudono un full-lenght davvero sorprendente sotto diversi aspetti; gli Sleep Of Thetis dimostrano un’elevata maturità, che traspare soprattutto nel song-writing non banale e nell’interpretazione data dall’intreccio vocale.
In definitiva, si ritiene che sia davvero un peccato che gli Sleep Of Thetis stiano ancora cercando un contratto che li possa legare ad una casa discografica: le potenzialità della band sono state espresse in modo notevole in Thin Limits e speriamo pertanto che un’etichetta possa presto produrre una realtà emergente che ha i numeri per potersi esprimere a livello europeo e non solo regionale.