- Ogre - voce
- Cevin Key - sintetizzatore, percussioni
- Mark Walk - sintetizzatore, chitarra
1. Magnifishit
2. Dal
3. Haze
4. Pedafly
5. Jaher
6. Politikil
7. Lestiduz
8. Pasturn
9. Ambiantz
10. Ugli
Mythmaker
Ecco che dopo l’ultimo The Greater Wrong Of The Right, attesissimo reunion-album del 2004, dopo tre anni gli Skinny Puppy sfornano un album richiesto fortemente dal pubblico e che sicuramente è investito del compito di restituire lustro a una delle band più significative della scena elettronica dark. Da promotori fondamentali, se non addirittura inventori, dell’ebm/industrial, il combo canadese si presenta dunque con Mythmaker; il lavoro, attraverso dieci tracce, prova, senza eccedere in superbia, a migliorare la prova discreta del precedente platter (leggermente allontanatosi dal tradizionale sound). Il livello emotivo del nuovo full-lenght è piuttosto vario e si mantiene costantemente su toni evanescenti, sintetici e ovviamente avvolgenti. Il tessuto sonoro è senz’altro ben curato, con una produzione degna di tal nome; così, nonostante un artwork decisamente raffazzonato, la band segnala chiaramente che la rinascita del 2004 non si trattava di un lieve ultimo respiro.
Con un inizio ebm-oriented, Magnifishit, gli Skinny dimostrano subito di non voler lasciare a bocca asciutta le schiere di fan del sound dancefloor, attraverso soluzioni industrial, leggermente contagiate dallo stile NIN, che pervaderà poi tutti i brani successivi. I rivolti sonori sono energici, urtanti, narcotizzanti come luci al neon. Si confanno perfettamente a lavori come Too Dark Park, se non anche Mind: The Perpetual Puppy. In particolare all’origine dell’album sta un lavoro di rielaborazione di vecchio materiale rimasto inutilizzato e che, preso a distanza di tempo da Mark Walk, è stato nuovamente plasmato e rimodellato. In Mythmaker quindi si possono, volendo, scovare una molteplicità di spunti e rimandi a opere di anche venti anni fa. Con ciò i capitoli più efficaci rimangono Haze, grazie a incastri di loop evocativi e avvolgenti, la successiva Pedafly, più introversa e affascinante, e l’ottava Pasturn con un mood trascinante, sprizzante suoni, colori, immagini. Gli Skinny Puppy riescono insomma dopo ancora più di due decenni a soddisfare critica e pubblico, con un disco dotato maggiormente di anima goth rispetto al precedente The Greater Wrong Of The Right e che non dovrebbe trovare difficoltà a entrare nelle principali playlist ebm.