Voto: 
5.6 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Etichetta: 
Blind Man Sound
Anno: 
2003
Line-Up: 

- Johnny Solinger - voce
- Rachel Bolan - basso
- Scotti Hill - chitarra
- Dave "Snake" Sabo - chitarra
- Phil Varone - batteria

Tracklist: 

1. New Generation   
2. Ghost   
3. Swallow Me (The Real You)   
4. Born A Beggar   
5. This Is The Skin   
6. See You Around   
7. Mouth Of Voodoo   
8. One Light   
9. I Remember You Two   
10. Lamb   
11. Down From Underground   
12. Hittin' A Wall

Skid Row

Thickskin

Dopo lo scioglimento seguito al fallimentare Subhuman Race e l'abbandono del carismatico frontman Sebastian Bach e del batterista Rob Affuso, sembrava essere stata definitivamente apposta la parola fine all'avventura degli Skid Row.
Invece, dopo ben sette anni di silenzio, avvenne la reunion della rock band del New Jersey, con l'ingresso del nuovo cantante Johnny Solinger e del batterista ex Saigon Kick Phil Varone, ma soprattutto con l'uscita del primo album degli Skid post-reunion che risponde al nome di Thickskin.

Chi si aspettava però un passo indietro da parte loro rimase fortemente deluso, poiché questo nuovo album riprendeva esattamente da dove gli Skid Row avevano lasciato con Subhuman Race, anziché tornare ai fasti sleaze/glam e street degli esordi, quindi il loro come-back era all'insegna di un mix di sonorità che si andava avvicinando sempre più alle correnti più in voga dalla seconda metà dei '90, continuando quel nuovo corso intrapreso con il precedente Subhuman Race e cercando ancora una volta di coniugare le varie correnti alternative che stavano spopolando nel nuovo continente, il thrash di Anthrax e Pantera e l'hard n' heavy. A dire il vero non furono né i primi né i soli a tentare questa strada, ad esempio meglio di loro in tal senso riuscirono a fare fin dalla prima metà dei '90 gli inglesi Wildhearts, i quali però viravano verso soluzioni più punk mantenendo tuttavia quel carattere frizzante e positivo che fu tipico dell'hard ottantiano, cose che invece vengono qui sostituite da un sound più smunto e angosciato, tipico delle correnti industrial, grunge e post grunge.

Facile capire come il nuovo corso intrapreso dagli Skid urtasse violentemente contro il loro stesso luminoso passato ascoltando I Remember You Two, che rivisita secondo gli stilemi propri di questo nuovo corso una delle canzoni che più contribuì al grande successo del loro esordio storpiandola con contaminazioni punk, e proprio per questo sembra il brano che più li avvicina allo stile dei già citati Wildhearts, ma con risultati tutt'altro che brillanti.
Produzione e chitarre moderne la fanno da padrone fin dall'opener New Generation, che riprende con risultati a dir poco scandalosi il sound di Marilyn Manson, ma in realtà citazioni e riferimenti alle varie band alternative rock che in quel momento dominavano il mercato americano si ripercorrono un po' su tutto il disco, messi là in maniera confusionaria da una band che per tornare sulla cresta dell'onda non si pose il problema di tradire il suo pubblico, ma cosa ancor più grave è che ciò che gli Skid Row volevano fare, veniva già fatto e meglio dai vari Marilyn Manson, Rob Zombie, Nickelback e compagnia bella. Non si può infatti negare che anche le varie e pessime Swallow Me (The Real You), This Is The Skin, Lamb o la closer Hittin' A Wall, contengano diversi modernismi e riferimenti celati in un sempre più confuso mix di sonorità, come avviene anche in Mouth Of Voodoo, ennesimo fallito tentativo di modernizzare lo sleaze/glam dei loro esordi deviando verso territori grungy alla Soundgarden, o nella ballad One Light, quasi a metà strada tra Nickelback e Calling.
Fortunatamente però, ci sono anche una serie di brani che in parte risollevano le quotazioni di Thickskin, infatti il modern hard rock melodico ed accattivante di Ghost rappresenta un bel passo in avanti rispetto a quanto sentito in Subhuman Race o nel resto di questo stesso platter, allo stesso modo si fanno apprezzare Born A Beggar, mid-tempo dinamico e brioso, graziato anche da un bel refrain orecchiabile, la ballad See You Around, che mostra come gli Skid avrebbero anche potuto meglio modernizzarsi senza troppo allontanarsi dal loro stile, o ancora Down From Underground, che per quanto risulti anch'essa inquadrabile nel loro nuovo corso si colloca una spanna sopra il resto, per merito delle azzeccate linee melodiche e di una grinta e convinzione che purtroppo non emergono negli altri pezzi.

Thickskin sembra consegnare definitivamente una band diversa da quella che diede alle stampe Skid Row e Slave To The Grind, ma che conteneva anche qualche spunto interessante che lo fa preferire al precedente Subhuman Race, mentre  non sembra si possano attribuire particolari colpe ai nuovi arrivati Solinger e Varone, autori di una prestazione dignitosa, anche se il nuovo vocalist indubbiamente non ha né le doti né il carisma di Bach.

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