Ebm oscuro e potente è la prima cosa che viene in mente quando si sente parlare dei greci Siva Six. Attivi fin dalla fine degli anni ’90 (partecipano nel 1997 al “A Tribute To The Cure” con una cover di Pornography), il duo composto da Z alla voce e dal già conosciuto Noid (militante alle tastiere nei Rotting Christ per otto anni) realizza un album di dieci pezzi lineari stilisticamente e dal mood ben definito. La passata esperienza black metal del tastierista incide a questo proposito nel potenziare l’effetto di malvagità (“Never to Believe The Light”) e l’alone atmosferico delle canzoni – con oltretutto liriche anticattoliche –. A cominciare dunque dall’aulica See The Six, si entra in un mondo fatto di ombre, suoni a intermittenza che squarciano silenzi e di loop vorticanti. Con la seconda Heart Of The Master e la sua ritmica fortemente accentuata, un senso di oppressione si sviluppa di track in track.

La componente beat, resa attraverso accurate distorsioni e sfumature, è basilare e si intreccia in modo compatto con le linee vocali leggermente ruvide di Z. Il risultato è un disco davvero ben concepito, dal songwriting fino alla parte strumentale e a quella puramente della resa sonora. La registrazione è soddisfacente e funge bene ad amalgamare la vasta gamma di suoni e di giri di tastiera che si abbattono incessantemente sull’ascoltatore.
Un tocco di particolare importanza è quello mistico e aulico di alcuni brani come Now It’s Dark, o la sesta Dark Night Of The Soul, che creano atmosfere frizzanti, a volte orrorifiche, conciliando sempre l’aspetto più intrigante della musica eterea, con l’aspetto della ballabilità dancefloor tipicamente ebm. Nonostante la marchiatura del genere, i Siva Six riescono a non ripetersi mai, dando vita in questo modo a un full-lenght piacevole all’ascolto e per nulla pesante da assimilare.