- Siouxsie Sioux - voce
- John McKay - chitarra, sassofono
- Steven Severin - basso
- Kenny Morris - batteria, percussioni
1. Pure
2. Jigsaw Feeling
3. Overground
4. Carcass
5. Helter Skelter
6. Mirage
7. Metal Postcard (Mittageisen)
8. Nicotine Stain
9. Suburban Relapse
10. Switch
The Scream
Il cammino dei Siouxsie & The Banshees iniziò nel lontano 1976, quando la band si formò per esibirsi all’International Punk Rock Festival organizzato dall’impresario Malcolm McLaren, più noto come manager dei celebri Sex Pistols. Lo show era suddiviso in due giornate, durante le quali avrebbero preso parte otto nascenti band del panorama Punk londinese, tra cui Subway Sect, The Clash, The Damned ed appunto Sex Pistols: inseriti in scaletta il primo giorno per ovviare ad un vuoto nel bill, i Siouxsie & The Banshees improvvisarono sulle note del “Padre Nostro”, includendo pezzi tratti da celebri brani come Smoke On The Water, Twist And Shout, Knockin’ On Heaven’s Door ed addirittura Deuteschland Deuteschland Uber Alles.
La line-up originaria comprendeva la carismatica Siouxsie Sioux alla voce, Steven Severin al basso, Marco Pirroni alla chitarra e l’allora quasi sconosciuto Syd Vicious alla batteria; i due anni che separarono questo esordio live dalla prima pubblicazione discografica videro un completo cambiamento della formazione: Pirroni e Vicious furono rimpiazzati da John McCay (dopo alcuni mesi trascorsi con Pete Fenton) e Kenny Morris e i rinnovati Siouxsie & The Banshees ottennero all’inizio del 1978 il prestigioso contratto con la Polydor Records, dopo aver sostenuto svariate date in Inghilterra.
Il primo importante traguardo raggiunto dall’act londinese fu l’entrata nella Top 10 dei singoli in Inghilterra con Hong Kong Garden, canzone dall’indole Post-Punk e carica di sperimentazione. The Scream seguì questo periodo di crescente successo, collocandosi a cavallo tra le malate composizioni dei Velvet Underground, gli esperimenti sonori del Kraut tedesco e la nascente corrente Post-Punk britannica.
Ciò che colpisce fin dal primo ascolto è la varietà timbrica del platter, che comprende le sopra citate influenze senza far prevalere l’una sulle altre: gli aloni tenebrosi di Pure si pongono quasi in antitesi con i meandri della dirompente Carcass (provvista di finale battito di mani), mentre il claustrofobico mid-tempo Post Punk di Jigsaw Feeling prelude al ritmo decadente della splendida Overground. Le chitarre spesso assumono tratti acidi e metallici, conferendo discreta originalità a The Scream, ma comunque sono ancora numerose le sezioni in cui i Siouxsie & The Banshees faticano ad emergere come desidererebbero: l’andamento allucinato di Metal Postcard (Mittageisen) è estenuante nella sua ripetitività e solo la conclusiva Switch garantisce un momento di pausa oscuro ed onirico.
Oltre a questi costanti collegamenti con le tradizioni sonore dei Settanta, è anche inserita e proposta una personalissima cover di Helter Skelter (Beatles), resa particolare soprattutto grazie all’apporto della voce di Siouxsie.
In definitiva The Scream ha costituito un episodio fondamentale per la storia dei Siouxsie & The Banshees ma non rappresenta un masterpiece del Post Punk, sebbene la band osi parecchio a livello timbrico: la voce di Siouxsie non è di certo ancora matura e curatissima, perché a volte troppo altalenante tra i diversi registri nonostante conservi una pienezza ed una determinazione evidenti. Tuttavia si consiglia l’album a chi desideri approfondire la scena Post Punk o essere introdotto nella dimensione del quartetto londinese capeggiato dalla bella Siouxsie, front-woman spesso al centro di taglienti polemiche. Con i suoi vestiti bondage o fetish e con le sue fasce raffiguranti svastiche naziste, Siouxsie rappresentò un personaggio alquanto controverso, ma più volte cercò di rimediare ai suoi eccessi on stage: ne è testimonianza proprio Metal Postcard (Mittageisen), scritta in memoria dell’artista John Heartfield, nemico del Nazismo e sostenitore degli ideali comunisti nella Germania pre-hitleriana.
Tale ambivalenza ideologica di Siouxsie ed il suo look stravagante furono comunque decisivi per far guadagnare popolarità ad una band capace di colpire gli ascoltatori per la varietà della sua proposta stilistica.