Voto: 
6.3 / 10
Autore: 
A. Giulio Magliulo
Etichetta: 
Blinde Proteus/Disco Dada Records
Anno: 
2013
Line-Up: 

Simona Darchini – basso e voce
Silvia Valtieri – piano
Lorenzo Montanà – chitarre
Paolo Mongardi – batteria
Paolo Raineri – tromba
Sabina Spazzoli – voce

Nicola Manzan - arrangiamenti (tr. 4 e tr. 7)

Tracklist: 
  1. In
  2. Post-Krieg
  3. Hydrophobia
  4. Enoch
  5. Pro(e)vocation
  6. Everted (part I)
  7. Everted (part II)
  8. Everted (part III)
Simona Gretchen

Post-Krieg

Sapere anzitempo che questo è l’ultimo disco di Simona Darchini con il monicker Simona Gretchen  pone l’ascoltatore in un particolare stato mentale quanto mai appropriato ai contenuti del disco, lo stesso con cui ci si predispone ad un funerale.

Una lunga e lenta marcia quindi, nella quale a prevalere sono i sentimenti di mestizia e di ineluttabilità. Ma come spesso avviene ai funerali, essi non sono gli unici a coesistere in quegli angusti spazi dell’animo. E  come non è solo la gamma cromatica che spazia dal grigio al nero a dipingere i fondali di un luttuoso evento, allo stesso modo in Post-Krieg irrompono dei fiotti di carminio e di vermiglio come squarci di coscienza.

E se Post-Krieg rappresenta ciò che sopravvive, ciò che resta dopo un conflitto qualunque esso sia, al di là dell’annunciato scioglimento alchemico di Simona, noi qui non ravvisiamo tracce di pacificazione alcuna. C’è una sorta di rassegnazione nella narrazione, precisa come lo stiletto di un chirurgo, contenuta, molto compressa ma altrettanto chiara nei suoni lividi che informano il disco. Per quanto riguarda le memorie poi, sembra che la nostra non serbi alcun moto nostalgico, almeno nelle sue parole:  semmai lo affida agli arrangiamenti.  

Suoni post-punk che si gonfiano a dismisura, che diventano post-core e doom, che suonano apocalittici e persino medioevali, come certi girotondi dark, come il Giovanni Lindo più ieratico.

Hanno combattuto, tra gli altri, i seguenti valorosi mercenari: Lorenzo Montanà, Nicola Manzan (Bologna Violenta), Paolo Mongardi (Fuzz Orchestra/Zeus!/Ronin/Fulkanelli).

E se da un lato sono sempre i migliori ad andarsene per primi (anche se questa volta intendiamo solo simbolicamente), dall’altro siam certi che le attività della ventiseienne faentina richiameranno ancora i nostri interessi (come nel caso degli Herba Mate, ad esempio) e poi trovo molto bello - in quest’epoca di presenzialismo a tutti i costi - l’idea di una forma di dissoluzione (foss’anche solo artistica) in uno dei momenti più alti nella parabola creativa di un’artista. ‘Chapeau’ Simona.

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