Voto: 
7.6 / 10
Autore: 
Gioele Nasi
Genere: 
Etichetta: 
Morbid Winter Records
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Daemonskald – Tutti gli strumenti

Tracklist: 


1. King Of The World
2. Beyond The North Winds
3. Pale Autumnal Moon
4. Under The Mountain
5. Sword From An Unknown Hand
6. Etched In Stone
7. Among The Ruins
8. The Way
9. Far Away

Sig:Ar:Tyr

Beyond the North Winds

Ulteriore miglioramento per i Sig:Ar:Tyr, one-man band canadese giunta al secondo disco (ancora sotto l'egida della Morbid Winter Records) con questo “Beyond the North Winds” che testimonia i progressi fatti da Daemonskald in questi ultimi tre anni soprattutto per quanto riguarda la composizione e l'ampliamento musicale della sua proposta.

In realtà il sound è mutato solo nei dettagli, e non nell'impostazione generale, rispetto a “Sailing the Seas of Fate”, in quanto la proposta dei Sig:Ar:Tyr rimane un Viking Metal legato ad atmosfere vicine ai Bathory, fortemente caratterizzato dalla dualità tra acustico ed elettrico. La chitarra classica continua infatti a prendersi amplissimi spazi (molto superiori a quelli usualmente concessi a questo strumento nel genere), ma inferiori a quelli che aveva nelle precedenti release (essa era infatti l'assoluta protagonista nel demo “The Stranger” e la base di quasi tutti i pezzi in “Sailing the Seas of Fate”) in quanto nel nuovo album Daemonskald esalta l'importanza del riffing elettrico nella costruzione dei brani, ora dotati di un'impostazione più massiccia ed epica, seppur con l'acustica a comparire spessissimo come accompagnamento, introduzione oppure per brevi, intermittenti assoli atti a separare le varie sezioni dei brani – da appassionato di Yngwie Malmsteen e del metal anni '80 (l'impronta delle varianti classiche del Metal è netta, ed è la principale responsabile dell'accostamento Bathoriano fatto in precedenza), il canadese non tralascia l'importanza dei solos, pur non esagerando mai e rimanendo sempre ben accorto nel collegare le sue divagazioni chitarristiche con la gelida e notturna atmosfera Pagan che permea i suoi lavori.

La compiutezza del nuovo suono è data anche dalla maggiore varietà vocale: ai ringhi sporchi e rauchi e alle parti narrate si aggiunge infatti la tanto attesa voce pulita, che si dimostra di discreto livello e capace di dare maggior respiro ai pezzi più classicamente epici, quale ad esempio “Under the Mountain”. Migliorato, inoltre, l'apporto della batteria, meglio realizzata rispetto alla monotona programmazione del precedente album, ed è oculato anche l'accompagnamento delle tastiere, lineare ma efficace nel sostenere (con sonorità ombrose e corali) le partiture di chitarra, sia durante le canzoni Metal che durante gli intermezzi acustici: permangono, infatti, episodi interamente dedicati alla chitarra classica, quali i solitari e malinconici “Pale Autumnal Moon”, “Sword From An Unknown Hand” o “Among The Ruins”, mentre risulta una ballad a tutti gli effetti la conclusiva “Far Way” (non lontana dai Falkenbach più Folk), forse un po' scontata nelle musiche e nelle parole, ma davvero piacevolissima oltre che capace di aprire ulteriori orizzonti (da personalizzare e sviluppare debitamente) al progetto canadese.

Il brano finale, tanto semplice e banale quanto struggente e accattivante, mette a nudo forse l'unica mancanza di “Beyond the North Winds”, ovvero quella di una (o più) melodia che spicchi sulle altre, poiché i brani d'estrazione Metal, ben realizzati e capaci di non stancare nonostante la durata corposa (sette minuti ed oltre), si somigliano tutti abbastanza e manca il riff elettrico che conquisti per particolari meriti o armonie vincenti, facendo risaltare la canzone che lo contiene.
Poco male, a livello di atmosfera il disco è validissimo (con musiche, liriche e immagini del booklet a formare un quadro coerente e affascinante), ed è vivamente consigliato sia come primo approccio ai Sig:Ar:Tyr, che a chi già conosce la band: “Beyond the North Winds” segna una buona progressione rispetto al debutto e lascia presagire ulteriori passi in avanti per il futuro.

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