- Lou Koller – vocals
- Pete Koller – guitar
- Craig Setari – bass
- Arman Majidi - drums
01. Death or Jail - 2:51
02. The Divide - 2:50
03. Dominated - 2:09
04. A Month of Sundays - 2:34
05. Braveheart - 0:45
06. Bent Outta Shape - 1:54
07. Lowest Common Denominator - 2:19
08. Good Cop - 2:28
09. Lifeline - 2:35
10. Watch It Burn - 2:34
11. Waiting for the Day - 2:26
12. Long as She's Standing - 2:34
13. Nobody Rules - 2:39
14. Dirty Money - 2:58
Based on a True Story
La nuova pubblicazione dei maestri indiscussi del New York hardcore è sempre un evento fragoroso, di portata internazionale, che assume assoluto rilievo non soltanto per i più rigidi cultori del genere ma anche per tutti coloro che siano in grado di apprezzare la musica anche nella sua dimensione più ferina e istintiva. Al di là di queste ovvie considerazioni preliminari, la nuova release firmata dagli Sick Of It All assume un significato ancora più importante e decisivo alla luce della situazione critica che l’hardcore, al pari del suo progenitore punk, sta attraversando, tanto sotto il profilo dell’innovazione compositiva, strettamente limitata all’attitudine individuale ed al carisma on stage piuttosto che alle forme squisitamente tecniche, quanto dal punto di vista del rinnovamento generazionale, che ancora fatica ad individuare nuove leve sufficientemente competitive per raccogliere la pesante eredità dei suoi punti di riferimento storici. E’ proprio a quest’ultimi, dunque, che i più rigidi cultori del genere, al pari dei suoi più scettici critici, rivolgono il loro sguardo irrequieto, nella speranza che proprio sulla scia del loro venerando esempio scocchi quella stessa scintilla che anni or sono illuminò le vie del punk, e che oggi potrebbe forse, miracolosamente, rischiarare un orizzonte drammaticamente cupo.
Based On A True Story, mai titolo fu più coerente e profetico, costituisce quindi la prima delle 2 uscite discografiche più attese del 2010 in ambito hardcore, la seconda delle quali, ad opera dei conterranei Madball, dovrebbe vedere la luce nei prossimi mesi estivi. Inutile pretendere rinnovamenti: i Sick Of It All, sin dal titolo, manifestano la più ferma intenzione di rimanere rigidamente legati al proprio vissuto, al proprio passato, alla proprio storia, vera, faticosa, sanguinante. E’ questa innata predisposizione, in sostanza, l’essenza stessa dell’hardcore e sarebbe illogico pretendere che d’un tratto, improvvisamente, le band che in questo movimento si collocano e si identificano si volgessero a particolari sperimentazioni. L’hardcore è sangue e sudore, lacrime e rabbia, e, piaccia o non piaccia, la formazione proveniente dalla East Coast ne è ai vertici assoluti. Tuttavia, quest’attitudine genetica, per quanto sia condizione necessaria per fregiarsi di un meritato successo, non è ugualmente sufficiente a giustificarlo qualora non sia incanalata nelle più adeguate forme tecniche, trasformandosi quindi da un chiassoso furore a uno strale violento eppure scientifico. E’ su questo versante del crinale, angusto ed infido, che la formazione americana compie un netto passo indietro rispetto al precedente, irraggiungibile Death To Tyrants: Based On A True Story, infatti, evidenzia passaggi a vuoto non indifferenti e parzialmente sconfortanti, dove la rabbia bruciante dei SOIA old style pare improvvisamente spenta, innocua, frustrata da forme purtroppo caotiche che, nel suo illustre predecessore, non comparivano praticamente mai. E’ questo, in assoluto, l’aspetto più frustrante ed inatteso di questo nono capitolo discografico firmato dalla band dei fratelli Lou e Pete Koller, vale a dire la presenza di forzature francamente eccessive che, anziché esaltare l’aggressività sferzante delle melodie, la limitano, la bloccano, la soffocano in maniera costante, sottile ma evidente sin dai primi ascolti, come nel caso dell’irriconoscibile Watch It Burn. Può sembrare esagerato forse, ingrato persino, ma Based On A True Story può facilmente riassumersi come la malacopia del precedente Death To Tyrants, riuscendo ad eguagliarlo in taluni frangenti (Lifeline) ma senza mai superarlo nemmeno per sbaglio.
Chiariamo un concetto fondamentale, prima di concludere: i Sick Of It All sono e rimangono ai vertici assoluti del genere hardcore, al pari di gruppi storici come Agnostic Front, Cro-Mags e i già citati Madball, e tutti i loro dischi, ovviamente in diversa misura e secondo le proprie caratteristiche peculiari, si collocano direttamente fra le pietre miliari del movimento cui appartengono, non soltanto della corrente originaria della Grande Mela. Tuttavia, Based On A True Story, nonostante la perfetta integrità e l’indomita coerenza personale, al di là dell’indubbia qualità proposta e della discreta varietà stilistica (si va dalla thrashy The Divide alla punk-oriented A Month Of Sundays alla groovy Lowest Common Denominator), impallidisce letteralmente al confronto di Death To Tyrants, ed i 4 anni trascorsi dalla pubblicazione ufficiale di quest’ultimo, la più lunga distanza temporale mai intercorsa fra 2 album dei Sick Of It All, è un’ulteriore aggravante al risultato finale: bello sì, e non avrebbe potuto essere altrimenti, ma non quanto avremmo pensato, sperato, voluto.