Voto: 
8.9 / 10
Autore: 
Marco Maculotti
Genere: 
Etichetta: 
Harvest/EMI
Anno: 
1977
Line-Up: 

- Chris Bailey - voce
- Ed Kuepper - chitarra
- Kym Bradshaw - basso
- Ivor Hay - batteria

Tracklist: 

1. (I'm) Stranded
2. One Way Street
3. Wild About You
4. Messin' With The Kid
5. Eurotic Neurotic
6. No Time
7. Kissin' Cousins
8. Story Of Love
9. Demolition Girl
10. Night In Venice

Saints, The

(I'm) Stranded

Dice Bob Gendolf, leader dei Boomtown Rats ma famoso soprattutto per essere il promotore del Live Aid, il più immenso evento rock multimediale di tutti i tempi: "Il rock è stato cambiato, negli anni Settanta, da tre gruppi: I Ramones, i Sex Pistols e i Saints".
Una band per ogni paese nel quale è scoppiata l'ondata di quel rock'n'roll sfrenato che prenderà in seguito il nome di "punk": i quattro "fratellini" da NYC, in America, le "Pistole del Sesso" da Londra, UK, e infine i Saints, australiani.

Nel lontano 1977 in cui uscì il loro capolavoro, questo straordinario album che risponde al nome di (I'm) Stranted, risulta assai improbabile pensare che i Saints avessero già avuto l'oppurtunità di ascoltare le band provenienti dalla nascente scena r'n'r di New York, e tantomeno l'esplosività del punk londinese; sta di fatto che riuscirono, con pochi accordi e schitarrate al limite dell'hard rock più selvaggio, a registrare in pochissime sessione un album straordinario sotto tutti i punti di vista, dalle liriche, pura poesia di strada, al suono "preistorico" (come amano definirlo loro stessi; le loro prime registrazioni sono contenute nel postumo The Most Primitive Band In The World e sono datate 1973) e aggressivo, ma talvolta anche ballate lente e splendide, come la bellissima Messin' With The Kid, forse canzone migliore dell'album grazie alla voce sofferente di Chris Bailey, e Story Of Love.

Ma la band viene annoverata tra le più significative dell'ondata punk del '77 grazie, ovviamente, ai suoi brani più scatenati che presentano un muro del suono spaventoso grazie alle schitarrate di Ed Kuepper e al basso di Kym Bradshaw; alla batteria vi era Ivor Hay, che sapeva imprimere alla band un ritmo impressionatamente veloce.
Le influenze della band vanno dal rock'n'roll senza freni degli Stooges di Iggy Pop, a Elvis Presley, del quale in (I'm) Stranted propongono magnificamente una cover, la splendidamente rifatta Kissin' Cousins, al rock più classico degli anni '50.

Anche Wild About You, tra le canzoni più estreme e veloci dell'album, è una cover di una misconosciuta band garage australiana, i Missing Links.
Altre canzoni presenti in questo album particolarmente significative per capire la musica dei Saints sono One Way Street, nella quale emerge la volontà di dare un taglio netto al passato, Demolition Girl e i due pezzi già presenti sul primo EP della band, No Time e, ovviamente, la title-track (I'm) Stranded, un brano straordinario del punk rock di fine anni Settanta che venne eletto dalla rivista britannica Sounds "miglior singolo di questa e di tutte le settimane", nel dicembre 1976.
L'album si chiude con Night In Venice, una cavalcata di quasi sei minuti che non toglie comunque mordente al disco.

Tutti i pezzi di (I'm) Stranted vengono registrati come demo-tapes, e la EMI/HARVEST, casa discografica inglese, li mette subito sotto contratto ("Perchè suonavano come i Sex Pistols") e pubblica immediatamente tutti i demo sull'album che tutti conosciamo, per lanciarli proprio nel momento in cui il punk incendiava l'Inghilterra.
Nel maggio del 1977 i Saints partono alla volta di Londra e i quattro vengono conciati come dei "veri punk": catene, capelli sparati, magliette strappate e via dicendo.
Purtroppo la loro ferocia musicale andrà via via riducendosi sempre più, ma, come consolazione, possiamo concentrare tutta la nostra attenzione su questo splendido album di rock'n'roll selvaggio che i Saints ci hanno dato da costudire: quell'(I'm) Stranted che suonò (e suona tuttora) così incredibilmente e fottutamente punk senza alcun pretesto di esserlo.

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