Voto: 
6.8 / 10
Autore: 
Gabriele Bartolini
Etichetta: 
Mannequin
Anno: 
2012
Line-Up: 

- Adam Jones
- Kyle Dixon
- Mark Donica
- Michael Stein

Tracklist: 

1. Deserted Skies
2. Floating Cube
3. To Light Alone I Bow
4. Hourglass
5. Omniverse
6. Black Mollies
7. Scalar Wave
8. Shunting Yard
9. Dirge

S U R V I V E

S U R V I V E

Quando l' anno scorso, in occasione della doppia uscita album/EP targata Salem, si provò a tracciare con netto ritardo le coordinate essenziali della "scena" witch house, lasciare fuori gruppi di seconda fascia come i texani S U R V I V E appariva come pura e semplice normalità.
Eppure, già agli esordi, quando questo appellativo si presentava come un miscuglio non meglio definito tra dream-pop sotto ipnosi screw, appariva altrettanto chiaro che alcuni di essi erano indipendenti dal contesto, trascinati dentro a forza di frettolose etichettature.

Difatti, sebbene il quartetto sapesse ottimamente propinare scenari ambient-dark al rallenti, come testimoniato nella cassetta di artisti vari "Black As Night", le influenze elettroniche dei seventies, e in minima parte degli eighties, entravano sempre più a far parte del loro repertorio, costituendo il loro vero potenziale.
Il quartetto cresciuto a sci-fi e synths analogici arriva alla definitiva consacrazione con l' omonimo LP targato Mannequin, di fatto estraniandosi dalla witch, mantenendo la propensione ambientale che li contraddistingue, stavolta però chiaramente influenzata dalla kosmische musik tedesca, la cui poderosa portata viene puntualmente addolcita da ritmi programmati e da basi minimali che dimostrano come anche nel loro pianeta, privo di gravità, si possa ogni tanto aumentare il ritmo ed azzardare atmosfere ballabili.
Grazie a questo il disco non appare mai scontato nel suo lento progredire, ed anzi l' altissima qualità di tracce come Scalar Wave o Dirge ( due gelidi monoliti stampo Schulze) viene messa in evidenza da episodi, quale Floating Cube o Hourglass, che si limitano a rispettare la forma canzone ( se così si può definire) senza perdersi in insulsi riempitivi, donando al disco una naturalezza che a pochi altri nuovi lavori si addice.

Tramite i seguenti passi "Survive" si rivela un' uscita essenziale per gli amanti della musica kraut e delle soundtracks che dalle medesime sonorità pescavano, con almeno tre memorabili tracce ed al tempo stesso un risultato d' insieme sicuramente invidiabile, fin tanto che alla fine è conseguenza diretta glorificare ulteriormente un' età musicale d' oro piuttosto che "nuove" correnti-spiragli dal dubbio valore.

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