- Colin DeKuiper - basso
- Dave Turncrantz - batteria
- Mike Sullivan – chitarra
1. Carpe
2. Micah
3. Death Rides A Horse
4. Enter
5. You Already Did
6. New Macabre
Enter
Ci sono persone che definiscono ormai spazzatura tutto quello che ha a che fare con l'ambiente "Post" in generale, non comprendendo le splendide sfumature che escono da certi spiragli musicali; il genere ormai è palesemente affermato e a volte il suo "non progredire" tende a suscitare reazioni negative da parte del pubblico. L'evoluzione più totale di questo movimento avverrà, ma a tempo debito.
Formatisi a Chicago nel 2004, i Russian Circles si inseriscono perfettamente nella scena Post-Core/Math Rock, che può voler dire nulla, ma anche rendere benissimo l'idea riguardo le sonorità prodotte. Probabilmente di primo acchito vi potrebbe sembrare la solita proposta, ma Enter è un album molto particolare, ispirato nel modo giusto; domina su tutte l'influenza dei Pelican, ma riecheggiano per bene anche Isis e Red Sparowes.
I Russian Circles sono nervosi ed irascibili, ma allo stesso tempo freschi e impeccabili, complessi ed immediati, nonché dotati di atmosfere sognanti e di cambi di tempo repentini. Si parte con Carpe, dove la band statunitense ci dà un'infarinata generale sulle sue capacità, accarezzando, per poi divenire tagliente, nove minuti di studio. Il secondo pezzo, intitolato Micah, lo si può considerare come un inno ai Red Sparowes, melodia allo stato puro, un sogno reale, ma senza togliere, a volte, un po' di sana cattiveria. Death Rides a Horse è una canzone stellare, non sensazionalmente, ma bensì per l'immagine che dà di se: si ritrovano l'influenza dei Mastodon e quella dei The Coma Lilies, band californiana mai esplosa, ma dalle grandi potenzialità. La title-track Enter, probabilmente il più bel pezzo dell'album, si presenta con un'intro melodica dall'accento toccante, per poi accrescere la velocità, a tal punto da creare un vortice instabile, degno dei migliori Explosion in the Sky. You Already Did è un ibrido di tutto ciò che i Russian Circles hanno proposto finora, e ancora gli Explosions In The Sky ritornano alla mente, con le atmosfere cosmiche ed i riff celestiali. La formazione chiude i conti con New Macabre, la canzone con la parte più cupa di tutta l'opera, sì ripetitiva ma con cambi di stile emozionanti. D'un tratto sembra di intravedere una bellissima giornata d'estate dalla melodia solare, ma improvvisamente tutto volge verso un ritmo obbligato e ben scandito, per poi concludersi con violenza e spirito.
In definitiva, un lavoro più che buono, non ovviamente eccelso. Quando i Russian Circles sapranno lasciare, da un lato, le loro influenze principali, e creare un loro sound innovativo ed uno stile indicativo, allora si potrà tranquillamente parlare di una delle migliori band in circolazione. Questo però è anche un discorso che si fa sempre in occasioni simili, e che purtroppo non sempre si riconferma: speriamo insomma che i tre ragazzi dell'Illinois si superino. Comunque sia, buona la prima.