- Hesteban T. - batteria
- Daniel P. - chitarra
- Sir Cage - voce
- Lorenz C. - basso
- Clauss S. - tastiera
1. Seven
2. k2p kEy to paradise
3. inner fears
4. recommended suicide
5. hatE (8)
6. healing wouNds
7. brucia
8. looking for something diVine
9. not my time
10. r.a.
Seven
Nati nel 2005, i torinesi Rosa Antica sono riusciti in meno di due anni e con un solo demo alle spalle a trovare un contratto con la My Kingdom Music, che ha curato la realizzazione del debut album della band, Seven. La ragione di questo successo piuttosto veloce considerati i tempi del mercato musicale sta principalmente nel tipo di musica proposto dalla band, definito come Alternative Death Metal: in effetti, i Rosa Antica partono da una base di death metal melodico che deve molto alla scena svedese (At The Gates in primis) per poi inserire numerose variazioni e sperimentazioni, primo tra tutti l’alternanza di growl e voce pulita e una serie di break melodici che prevedono anche l’uso delle tastiere. Questa descrizione non tragga in inganno: siamo infatti decisamente lontani dalle melodie spesso banali e facilotte del nu metal o del metalcore; i brani dei Rosa Antica invece seguono una struttura più complessa, e le parti melodiche, ben lungi dall’essere ruffiane ed easy-listening, richiamano piuttosto alle atmosfere tormentate del dark o del gothic rock.
Insomma, uno stile piuttosto particolare e personale, che se conserva ancora una fortissima dipendenza da band più famose specie nelle parti più veloci e aggressive (vedi i riff e le ritmiche in stile At The Gates di Seven, o l’impronta dei Nevermore in Recommended Suicide) diventa più elaborato nei pezzi più melodici, come la inquietante e contorta Inner Fears, senza dubbio la traccia più riuscita del disco, dove la band riesce a fondere in modo eccellente le sue due anime con l’aggiunta di sommesse ritmiche tribali in stile Tool; buoni anche Hate(8) e Healing Wounds, che coniugano una ritmica compatta e potente con melodie di chitarra e tastiera in stile dark/new wave. Un altro punto di forza della band è costituito inoltre dall’ottima performance del singer Sir Cage, molto abile nell’alternare un growl massiccio con un cantato melodico originale e mai scontato (sebbene talvolta un poco scollegato rispetto alla parte strumentale), come si può benissimo osservare nell’unico brano in italiano, Brucia, dove la band dimostra come anche una lingua “morbida” come l’italiano possa essere applicata ad un contesto metal senza suonare affatto fuori luogo. In conclusione, vale la pena citare la strumentale R.A., che conferma l’abilità dei Rosa Antica nel ricercare soluzioni musicali originali e di buon gusto.
Volendo fare un bilancio sui difetti di Seven, però, manca ancora una produzione efficace, che valorizzi completamente la musica suonata; manca ancora la capacita di collegare bene tra loro le idee e gli spunti che appaiono a tratti campati per aria; manca la forza di liberarsi definitivamente da quei riff e quelle ritmiche che a volta suonano troppo già sentite. Ma lo spirito è quello giusto: la voglia di provare, in parte riuscendoci in questo Seven, a fare qualcosa di nuovo, e la dicitura Alternative Death Metal non rimane, come spesso accade, solo sulla carta, ma si concretizza nella musica dei Rosa Antica, una band senza dubbio da tenere d’occhio.