- Tim McIlrath - voce e chitarra
- Chris Chasse - chitarra
- Joe Principe - basso
- Brandon Barnes - batteria
1. Chamber The Cartridge (03:34)
2. Injection (03:19)
3. Ready To Fall (03:47)
4. Bricks (01:30)
5. Under The Knife (02:45)
6. Prayer Of The Refugee (03:19)
7. Drones (03:01)
8. The Approaching Curve (03:44)
9. Worth Dying For (03:20)
10. Behind Closed Doors (03:15)
11. Roadside (03:21)
12. The Good Left Undone (04:10)
13. Survive (03:40)
The Sufferer and the Witness
E’ innegabile che quello appena trascorso sia stato un anno molto ghiotto per gli appassionati di Hardcore. Oltre al fantastico album degli Ignite, alle sorprese targate Bridge Nine e Revelation, anche il nuovo lavoro dei Rise Against non ha deluso le aspettative, classificandosi come una delle migliori uscite dell’anno in materia. Per chi ne fosse all’oscuro, il gruppo di Chicago nasce nel 1999 dalle ceneri degli 88 Fingers Louie. Il nucleo iniziale comprende Joe Principe (l’attuale bassista) e Mr. Precision (chitarrista ormai dipartito dalla band), a cui poi si aggiungono Tim McIlrath (voce e chitarra) e Brandon Barnes (batteria). Dal 2000, anno del loro debutto discografico, i Rise Against hanno pubblicato un demo e ben quattro album, l’ultimo dei quali si intitola The Sufferer And The Witness e rappresenta il secondo full lenght inciso dal gruppo per la Geffen Records.
L’Hardcore proposto dai Rise Against è ricco di melodia e la sua forza risiede proprio in questo. Se altri complessi si addentrano in territori sempre più Metal, The Sufferer And The Witness è invece la dimostrazione lampante di come si possa comporre un buon disco puntando sull’orecchiabilità. Diventa quindi fondamentale l’uso dei cori, ai quali i Rise Against di certo non rinunciano. Senza il loro apporto l’album non avrebbe sicuramente la stessa carica esplosiva né quello spirito Punk che tanto lo contraddistingue. Già, perché The Sufferer And The Witness è un’opera lontana dalla pesantezza di Sick Of It All o Death Before Dishonor, con cui condivide poco niente; le affinità sono ben altre: gli stessi Ignite e, perché no, gli A.F.I. di Davey Havok, tanto per fare qualche nome.
Dopo una breve introduzione, Chamber The Cartridge mette in chiaro le caratteristiche principali del disco: ritmi serrati, melodie coinvolgenti e testi impegnati. I membri della band, infatti, sono tutti vegetariani e supportano la P.E.T.A. (People For The Ethical Treatment Of Animals), la più grande associazione del mondo per i diritti degli animali. La rabbia dei quattro statunitensi si scaglia perciò contro un mondo in cui ricchezza e benessere apparente sono più importanti della vita altrui. Ad accompagnare un messaggio così importante non potevano esserci canzoni migliori: la fantastica Injection, uno dei pezzi più esaltanti di tutto l’album, o il singolo Ready To Fall, per cui è stato anche girato un videoclip teso a sensibilizzare le persone sulla disastrosa situazione del nostro pianeta. In entrambe le tracce si possono inoltre apprezzare alcune sterzate verso un sound più aggressivo, con tanto di cantato sporco e rabbioso. Non sono comunque da meno i restanti capitoli di The Sufferer And The Witness, tra i quali emergono specialmente Bricks, Prayer Of The Refugee, Drones e la toccante Roadside.
Sebbene non eguagli il bellissimo Our Darkest Days degli Ignite, The Sufferer And The Witness ha tutte le carte in regola per restare a lungo nello stereo di ogni amante dell’Hardcore - Punk che si rispetti: buon tiro, canzoni travolgenti e produzione impeccabile. Ai Rise Against va inoltre riconosciuto l’importante impegno nel sociale, un’attività fondamentale oggi per salvaguardare un pianeta in condizioni ormai catastrofiche.