Sono stati scomodati musicisti di comprovata esperienza per la realizzazione di questo The Dream, che esce sotto il moniker Ramos - Hugo e che può contare su un vero e proprio supergruppo che annovera tra le proprie fila il bassista Jamie, John Macaluso (TNT, Riot, Ark, Malmsteen) alle pelli, Eric Ragno (Takara, From The Inside) alle keys, oltre ovviamente al singer Hugo Valenti, che i seguaci dell'AOR ricorderanno per il suo Hugo del 1997 e come cantante dei Valentine e degli Open Skyz, e al chitarrista Josh Ramos, in passato con vari nomi del panorama hard rock ed AOR come The Storm, Two Fires, Le Mans e Hardline.

Da sempre indicato come uno dei più apprezzati vocalist del panorama AOR, grazie anche alla sua voce che ricorda quella del grande singer dei Journey Steve Perry, il cantante Hugo caratterizza ed a tratti quasi personifica con le sue corde vocali l'album in questione, esibendo una prova in grado di fare rivivere i fasti del suo citato collega, e la conferma più a portata di mano arriva proprio dalla title-track, un brano che già di per sé profuma di Journey del periodo Escape (1981) e Frontiers (1983) in maniera inequivocabile, ricordando non poco, ma senza eguagliarla, impresa che ha peraltro dell'impossibile, quell'immensa hit che risponde al nome di Don't Stop Believin'.
Sarebbe tuttavia ingeneroso limitarsi e soffermarsi soltanto sulle influenze della storica band di San Francisco, infatti le valide esperienze e le indiscusse abilità artistiche di Josh Ramos, autore accanto ad artisti come Gregg Rolie con i loro The Storm di due grandi capolavori della musica AOR come The Storm e Eye Of The Storm, non potevano che portare in dote un implemento di classe e di eleganza compositiva che permette loro di non confondersi oltre qualche rara occasione, come quella poco sopra accennata, con altre storiche band.

The Dream propone quindi un AOR puro e cristallino, caratterizzato da linee melodiche dall'attitudine adulta, capaci di ricreare atmosfere calde ed avvolgenti, spesso solari e cariche di positività, che tuttavia lungo il percorso delle dieci tracce presenti si perdono un po' tra pochi momenti incapaci di restare impressi a dovere (I Don't Wanna Say Goodbye) ed influenze eccessivamente ingombranti (The Dream, In The City).
E' indubbio tuttavia che tutti gli appassionati di queste sonorità non potranno che rimanere soddisfatti da questa release, presto catturati ed affascinati da composizioni solari e cariche di energia vitale come Bring Back This Love, impreziosita anche da un assolo veloce e straripante di Ramos, o When You Get Lonely, entrambe caratterizzate da ariose aperture e chorus ad ampio respiro magistralmente interpretati da un Hugo in grande spolvero, o le scoppiettanti ed accattivanti You're Not Alone, bel lavoro di chitarra e keys e gran chorus, e Tomorrow, o ancora le più dolci e delicate note della più distesa All That I Wanted e della più atmosferica Fools Game, per chiudere infine con la più lunga I Can Take You, che tuttavia finisce con il rivelarsi uno degli episodi più deboli del platter.

Valorizzato in maniera adeguata dalla buona produzione del sempre più presente ed attivo Fabrizio Grossi, The Dream si presenta come un lavoro curato e ben realizzato, anche grazie all'apporto dei validi artisti coinvolti, che nonostante le forti influenze evidenziate ed un insito quanto indissolubile legame con il più puro AOR di band come Journey o The Storm, può tranquillamente essere consigliato a tutti gli amanti di tali sonorità, che magari non lo troveranno fondamentale, ma sicuramente in grado di saziare abbondantemente i loro appetiti melodici.