- Thom Yorke - voce, chitarre, piano, laptop
- Johnny Greenwood - chitarre, sistema analogico, laptop, tastiere
- Ed O'Brien - chitarre, effetti, voci secondarie
- Colin Greenwood - basso, sintetizzatori, samples
- Phil Selway - batteria, percussioni
1. 2+2=5 (Live at Earls Court, 26/11/03)
2. Remyxomatosis (Cristian Vogel RMX)
3. I Will (Los Angeles version)
4. Paperbag Writer
5. I Am a Wicked Child
6. I Am a Citizen Insane
7. Skttrbrain (Four Tet RMX)
8. Gagging Order
9. Fog (Again) [live]
10. Where Bluebirds Fly
Com Lag (2plus2isfive)
Uscito inizialmente nel 2004 per il Giappone (con importazioni anche in Australia e Canada) e riproposto nel 2007 in tutto il mercato internazionale, questo EP dei Radiohead, Com Lag (2plus2isfive), rappresenta la sola uscita successiva ad Hail to the Thief del gruppo di Oxford in molti anni (al momento della scrittura di questa recensione il settimo full-lenght degli inglesi è ancora atteso). La selezione di canzoni ovviamente richiama molto lo stile di Hail to the Thief, essendo b-sides già presenti nei singoli che anticiparono l'uscita del disco, ma alcuni dei brani presenti ricordano maggiormente i primi dischi dei Radiohead come stile. Alcuni titoli sono davvero ben fatti, e non avrebbero sfigurato negli album studio, anche se non si ascolta qualcosa che lasci a bocca aperta; altri invece risultano di poco conto, non aggiungono un granché a quanto già detto in precedenza dai radiotesta e a volte viene voglia di saltarli per passare ai brani successivi. Ciò non deve far pensare che siano da buttare, solo non aspettatevi qualcosa di eccezionale. Questa uscita certo, non aggiunge molto alla discografia dei Radiohead (ed infatti spesso è stato criticata), ma l'EP nel complesso rimane discreto, anche grazie ad alcuni pezzi comunque molto buoni. Abbiamo accennato allo stile delle canzoni, alcune più elettroniche e altre più vicine come standard ai dischi precedenti Kid A: questa rotazione per certi versi sembra rendere disomogeneo l'EP, anche perché il mettere in ordine ciascuna traccia secondo lo stile sembrerebbe la soluzione più ovvia, ma la scelta di mischiare le carte in realtà non è negativa, in quanto consente di assaporare in egual modo tutte le sonorità esplorate dai Radiohead invece di dividerle nettamente e farle sembrare lontane fra loro, come se non ci fosse la stessa mente dietro di esse.
Il primo brano è una riuscitissima versione live di 2+2=5, atmosferica ma scatenata, probabilmente anche più dell'originale. La batteria di Selway è davvero in gran spolvero, mentre il duo chitarristico trasmette un'intensa energia tramite i propri strumenti e Yorke è in formissima. La qualità audio impeccabile permette quindi di godere al meglio di questa versione live della canzone, ma ad attirare maggiormente l'attenzione è Remyxomatosis, remix di Cristian Vogel di Myxomatosis. Non è un brano live, anche se la folla iniziale può trarre in inganno, in realtà è la stessa della precedente traccia sovrapposta all'inizio della canzone e lasciata dissolvere per dare l'illusione del pubblico che si acquieta per ascoltare il nuovo brano. Resa particolarmente minimale e allucinogena, pare essere uscita direttamente dai punti più cupi di Amnesiac; ad amplificare la sensazione di alienazione sonora contribuisce uno Yorke davvero straniante, a tratti quasi isterico, pieno di espressività nelle sue vocals angosciate. Nel complesso non è nulla di speciale, ma si lascia ascoltare volentieri. Segue ora una versione alternativa di I Will, altrettanto placida, con in più una leggera batteria che accompagna le note del brano, in ogni caso nulla di rilevante, non aggiunge molto all'originale. Decisamente più interessante è Paperbag Writer, che riporta alle atmosfere più oppresse di Amnesiac (con linee vocali derivate da I Might Be Wrong), in più vi è un synth gelido che proietta in una dimensione spettrale inedita e raggelante. Non fa male concedere un ascolto a questo pezzo, anzi. I Am Wicked Child invece si riallaccia a The Bends e al lato pop di Ok Computer, ma aggiungendovi una fisarmonica che tinge di country la canzone, sicuramente anch'essa interessante. In contrasto, battito elettronico e atmosfere futuristiche costituiscono l'anima del brano successivo, la strumentale I Am a Citizen Insane, facendo così tornare alla parte elettronica dei Radiohead; non sembra essere però compiuta, come se fosse solo un preludio alla traccia seguente, e cioè Skttrbrain: è un remix di Scatterbrain gradevole, ne mantiene le stesse sonorità pacate a cui addizziona il lato elettronico, non presente nell'originale, e prolunga leggermente la durata della canzone. Come per I Will, non è una delle migliori, dato che offre davvero poco. Gagging Order è una ballata acustica che richiama gli Smiths (con in più una lieve tinta di folk rock), il che ci riporta a sonorità che non avrebbero sfigurato su un The Bends, anche se non ai livelli delle canzoni migliori. Un'altra ballata, struggente ed evocativa, ma di diverso stampo: la stupenda Fog invece è interamente al pianoforte, e in questa veste i Radiohead mostrano sempre una gran classe ed un ottimo gusto melodico. Però i due minuti della canzone sono forse troppo pochi, e alla fine sembra come incompleta. L'originale però è più lunga, oltre ad avere anche basso e batteria (ed un ritmo diverso) in uno stile più vicino a quello di Amnesiac (inizialmente infatti fu rilasciata nel singolo Knives out del 2001). Chiusura con l'elettronica psichedelica e spaziale di Where Bluebirds Fly, forse la vera perla dell'EP, un brano oscuro e atmosferico quasi alla Autechre che ritorna quindi sul versante elettronico e terminando così l'avvicendamento menzionato inizialmente.
C'è da dire che l'ordine delle canzoni, che mescola i brani dai richiami più "classici" e quelli più elettronici fra loro, può apparire straniante e discontinuo, ma ciò presenta meglio l'anima dei Radiohead: separare le canzoni in due blocchi distinti nella tracklist avrebbe fatto sembrare più distanti i due lati del gruppo inglese; la scelta di alternare le canzoni invece fa apparire il tutto come un insieme dalle molte sfaccettature, capace di mostrare più aspetti differenti della propria vena musicale. Ed infatti la stessa discografia dei Radiohead presenta dischi diversissimi fra loro; e gli inglesi non sono nè quelli di The Bends nè quelli di Amnesiac, sono quelli di entrambi i dischi, di tutti i loro album messi insieme in una carriera ricca di cambiamenti ed evoluzioni. Appare intanto sempre più probabile che Yorke & soci non intendano soffermarsi sul lato più sperimentale della loro discografia, per via dell'uscita di Eraser (il disco solista di Thom) nel 2006, e la ripubblicazione di questo EP sembra dire che l'imminente album mescolerà gli elementi introdotti con gli ultimi album e le sonorità degli esordi, in una sorta di riallacciamento con il passato (che comunque non significa necessariamente sia un semplice ritorno alle origini senza introdurre nulla di nuovo). Attendiamo incuriositi il nuovo disco per vedere se sarà così, quindi, e nel frattempo inganniamo l'attesa riscoprendo le canzoni di questo mini, a volte criticato, che può sembrare a tratti un po' noiosetto e che non offre molto di nuovo, ma con diverse canzoni più che apprezzabili.