- Geoff Tate - voce
- Chris DeGarmo – chitarre, background vocals
- Michael Wilton – chitarre, background vocals
- Eddie Jackson – basso, background vocals
- Scott Rockenfield – batteria, percussioni, tastiera
Guests:
- Pamela Moore – Suor Mary
- Anthony Valentie – Dr. X
- Scott Mateer – Padre William
- Debbie Wheler - Infermiera
1. I Remember Now
2. Anarchy-X
3. Revolution Calling
4. Operation: Mindcrime
5. Speak
6. Spreading The Disease
7. The Mission
8. Suite Sister Mary
9. The Needle Lies
10. Electric Requiem
11. Breaking The Silence
12. I Don't Believe In Love
13. Waiting For 22
14. My Empty Room
15. Eyes Of A Stranger
Operation: Mindcrime
Formatisi nel 1981 a Bellevue, piccolo centro nelle prossimità di Seattle, i Queensryche, che sotto altro nome avevano iniziato cantando cover di varie metal band, il batterista Rockenfield era un grande ammiratore dei Judas Priest, esordiscono nel 1983 con l’EP omonimo (Queens Of The Reich) che però inizialmente stenta a trovare apprezzamenti e consensi, per poi dare alle stampe due full-lenght, The Warning nel 1984 e Rage Of Order nel 1986, prima di realizzare nel 1988 Operation: Mindcrime, che prendendo ispirazione dalla genialità di passati capolavori, come The Wall dei Pink Floyd, ancora oggi può essere considerato il loro vero mastermind.
Proprio in quella stessa Seattle degli anni ’80, esasperata da vari e gravi problemi sociali, droga e disoccupazione su tutto, che negli stessi anni circa aveva visto nascere e sviluppare il movimento grunge, in quel nord-ovest statunitense dove maggiormente si respirava il fallimento del sogno americano tanto propagandato nel periodo Reagan, trova ispirazione quest’incredibile concept album ideato da Tate e compagni, i quali in questi brani sfogano la frustrazione dell’americano medio nei confronti della politica e della società americana, imponendo agli occhi di tutti un paese ormai troppo diviso tra ricchi e poveri, dilaniato da forti disparità e tensioni sociali, probabilmente le maggiori cause di quel malessere sociale che attraversava le viscere della società americana, ma in realtà la loro rabbiosa denuncia si scaglia contro tutto ciò sia in grado di manipolare e condizionare l’operato dei singoli, dal potere politico a quello religioso, dalle droghe e l’alcol ai mass media.
La contorta storia si sviluppa intorno alla figura di Nikki, un tossicodipendente che svegliandosi nel letto di un ospedale ricorda di essere stato drogato e manipolato da un’organizzazione clandestina al cui vertice si trova l’enigmatico e temibile Doctor X, metafora del politico arrivista e senza scrupoli, ma presto il ragazzo si troverà di fronte ad una difficile scelta quando gli verrà ordinato di uccidere Suor Mary, un’ex prostituta divenuta suora che stava riuscendo a farlo guarire da quello stato ipnotico e da automa in cui lo manteneva la continua somministrazione di droghe. Il Doctor X temendo proprio di perdere il controllo mentale sul giovane e di conseguenza i suoi servigi, ordina allo stesso di uccidere Padre William e la suora, ma Nikki, innamorato della donna, uccide solo il prete e quando, respinto dal suo capo, torna da Mary e la trova già morta impazzisce, così sorpreso nella notte dalla polizia in uno stato catatonico viene arrestato e condotto in un ospedale psichiatrico dove inizia a ricordare, tracciando così una sorta di cerchio chiuso tra l’inizio e la fine.
Si inizia con l’introduttiva e breve I Remember Now, nessuna musica ma solo la voce dell’infermiera che ha il compito di sedare il confuso protagonista, e con l’altrettanto breve e strumentale Anarchy X, in cui si sentono in sottofondo i proclami del Dr X che parla ad una folla in delirio, si arriva così alla prima vera canzone dell’album, Revolution Calling, straordinario pezzo in possesso di un refrain coinvolgente e di un guitar work particolarmente efficace, che trovano la loro massima espressione sul finire del pezzo, a tal punto è lo squillare di un telefono ad introdurre Operation: Mindcrime, che riprende il discorso narrativo della precedente song, tanto da mantenerne anche caratteristiche musicali abbastanza simili, descrivendo lo stato di soggezione psicologica che Nikki subisce dal Doctor X. Un riffing incalzante e tagliente introduce Speak, che si sviluppa poi tra parti veloci e cattive ed atmosfere dark, idonee a rendere l’idea delle gesta omicide compiute dal protagonista, ormai totalmente soggiogato al volere del suo capo, si passa poi al mid-tempo Spreading The Disease, caratterizzato dal suo incedere ritmato e dal sapore maideniano, con testi che sono un preciso e duro attacco al potere politico delle istituzioni religiose, dove si narra la storia di Suor Mary, recuperata e convertita da Padre William ma per scopi personali e poco nobili, mentre un sommesso e melodico arpeggio introduce The Mission, in cui la voce di Tate si assesta su tonalità molto basse e drammatiche in grado di trasmettere lo stato di tristezza e sgomento del protagonista che solo in Mary vede la sua ancora di salvezza, travagliato tra il rimorso delle sue azioni e la speranza che queste servano a costruire un mondo migliore.
Si arriva adesso a Suite Sister Mary che oltre a rappresentare la parte centrale e nevralgica dell’album, ne è anche il culmine emotivo, infatti il lungo ed operistico pezzo alterna parti drammatiche e ricche di pathos rese da cori gregoriani, melodie tristi e ritmi più sommessi, a parti più tirate in cui Tate duetta con Pamela Moore, nella parte della suora, mentre il tutto ricrea un’atmosfera tragica, ansiosa e disperata che racconta dell’ordine impartito dal Dr. X a Nikki di uccidere Padre William e Mary e la decisione del giovane di sottrarsi a quell’ordine non uccidendo la donna.
The Needle Lies è uno dei pezzi più energici e tirati, in pieno stile power, soprattutto grazie ad una sezione ritmica veloce e potente, a cui segue la tensione drammatica della breve e strumentale Electric Requiem, raffigurante il momento in cui Nikki torna da Mary trovandola senza vita, tocca poi a due tra i brani più belli del lotto, con un Tate straordinario, testi introspettivi e linee melodiche più marcate, e cioè il bellissimo mid-tempo melodico e grintoso Breaking The Silence che racconta dell’arresto di Nikki e sulla stessa scia si mantiene I Don’t Believe In Love, struggente e rabbioso, dove un Nikki disperato e confuso urla la sua sfiducia nell’amore. Si giunge così alla conclusione con il breve intermezzo strumentale ed arpeggiato di Waiting For 22, seguito a ruota da My Empty Room, in cui si sentono le lancette di un orologio scandire il tempo mentre la voce di Tate è un continuo crescendo fino a quell’urlo finale che segna contemporaneamente l’inizio di Eyes Of A Stranger, grandioso pezzo in possesso di una bellissima linea melodica triste e rabbiosa e di un bel refrain che perfettamente esprimono tutto il malessere del protagonista, specie nella sua parte finale quando piccole parti di ogni singolo brano vengono uniti in un veloce ed ossessivo collage che esprime la confusione mentale di Nikki, incapace di riconoscersi dall’esterno, con gli occhi di un estraneo appunto, poi il breve silenzio che riporta un barlume di lucidità e la sua esclamazione “I Remember Now…”. Non c’è quindi un finale vero e proprio, e molto punti vengono lasciati in sospeso, su tutti la morte di Suor Mary, lasciando così all’immaginazione dell’ascoltatore ogni eventuale svolgimento dei fatti.
Operation: Mindcrime oltre a riscuotere un enorme successo, anche al di fuori degli ambienti metal, ha posto le basi per lo sviluppo del moderno prog metal degli anni ’90, di cui i Queensryche, insieme ai Crimson Glory e ai Fates Warning si possono considerare i maggiori ispiratori. Genialità, inventiva e tecnica vengono messi a servizio di un heavy metal complesso, intelligente ed impegnato, dove ogni singolo brano, pur nella sua peculiarità e nella sua unicità, è in realtà il tassello di un puzzle uniforme ed organico, ma ciò che più colpisce dell’album è l’espressività di musica e parole, la capacità di rendere quasi visiva la storia alla base del concept, tanto che ascoltando l’album si avrà come la sensazione di vedere un film o leggere un romanzo, e tutto ciò grazie alla versatile ed espressiva interpretazione di Tate, che passa con estrema naturalezza da acuti a tonalità quasi baritonali, ad un guitar-work tagliente, duro e spesso secco, ma anche capace di variare adattandosi alle esigenze melodiche del momento e che può contare su un DeGarmo stratosferico, una sezione ritmica compatta e geniale ed un dosato uso di tastiere, capaci di ricreare le melodie più idonee e le atmosfere mutevoli e teatrali, ora drammatiche ed emotive ora rabbiose ed esasperate, su cui è imperniata l’intera storia, il cui impatto nei confronti della società americana non fu indifferente. Immortale caposaldo del genere metal inteso nella sua più ampia accezione.