- Freddy Mercury - voce, pianoforte, tastiera, chitarra acustica
- Brian May - chitarra, tastiera
- John Deacon - basso
- Roger Taylor - batteria, percussioni
Guest:
- Morgan Fisher - tastiere addizionali
CD1
1. Flash
2. The Hero
3. We Will Rock You (fast version)
4. Action this Day
5. Play the Game
6. Staying Power
7. Somebody to Love
8. Now I’m Here
9. Dragon Attack
10. Now I’m Here (Reprise)
11. Love of my Life
12. Save Me
13. Back Chat
CD2
1. Get Down Make Love
2. Guitar Solo
3. Under Pressure
4. Fat Bottomed Girls
5. Crazy Little Thing called Love
6. Bohemian Rhapsody
7. Tie Your Mother Down
8. Another One Bites the Dust
9. Sheer Heart Attack
10. We Will Rock You
11. We are the Champions
12. God Save the Queen
Queen on Fire - Live at the Bowl 1982
Purtroppo si sa, dopo la morte di Mercury si è fatto di tutto per spremere il più possibile la gallina dalle uova d’oro dei Queen: fra le più disparate raccolte, live ripescati da non si sa bene dove, collaborazioni, costosi tour con cantanti Blues, innumerevoli tributi, DVD vari e ristampe di ristampe, il vecchio glorioso nome della Regina è stato sfruttato e opacizzato non poco, e i risultati non sempre sono all’altezza della fama. Per fortuna capitano anche proposte come minimo decenti, e spesso sono chicche che possono risultare davvero molto gustose e curiose per i fan del gruppo. Qualche volta capitano anche proposte eccezionali, come questo live, che ha atteso più di vent’anni prima di poter finalmente essere gustato in tutte le sue forme dalle nostre orecchie.
Registrato il 5 giugno 1982 al MK Bowl durante il tour di Hot Space, questo live intitolato Queen on Fire - Live at the Bowl può venire catalogato fra queste chicche. Essenzialmente la registrazione è ottima, la produzione sonora molto buona e la partecipazione del pubblico viva e intensa, in special luogo nei pezzi più classici che vengono cantati dagli spettatori con uno spirito che poche band riescono ad ottenere. Mercury riesce a tenersi in forma per tutte le canzoni senza accusare troppa stanchezza, da parte sua c’è pure qualche interessante interazione vocale con il pubblico. Ci sono anche poche piccole originalità, che all’epoca venivano spesso eseguite nei concerti dai Queen ma che non ci sono pervenute tramite album, come la doppia versione di We Will Rock You che viene prima eseguita riarrangiata e velocizzata (ed è molto divertente). Le altre sono varie leggere modifiche in alcune canzoni (di solito rese più spedite ma non solo), tra cui una seconda esecuzione di Now I’m Here completamente riarrangiata. Per terminare l’elenco, il solito magico assolo personale di May alla chitarra che sicuramente sarà apprezzato da molti, soprattutto i chitarristi suoi fan.
Come esecuzione, produzione e dimensione dell’album lo si potrebbe paragonare al leggendario Wembley, ma sicuramente per importanza viene un po’ messo all’ombra. Possiamo definire il Live at Bowl come il fratello minore dell’album di Wembley, diciamo. Ciò non significa che è un album da schifare e snobbare per l’altro grande disco, anzi, proprio da questo paragone si può apprezzare maggiormente l’album in tutta la sua interezza, perché il Live at Bowl ha ben poco da invidiare all’illustre collega.
Ebbene, a meno che non vi piacciano i live dei Queen (ma vi perdete degli spettacoli immensi), questo disco live è un ottimo intrattenimento ben prodotto e suonato e dalla scaletta riuscitissima, consigliato vivamente a chiunque apprezzi anche un poco il quartetto londinese, ed è consigliato specialmente a tutti i fan dei Queen in cerca di un nuovo ascolto dello storico gruppo che sia anche valido (e in questo caso molto, molto, molto valido).
Altrimenti peccato, forse non è il caso di tenerlo in particolare considerazione. Almeno per il momento.