- Antonio Calandra - batteria
- Michele Cigna - chitarra
- Stefano Di Francisca - basso
- Marco Giarratana - voce
1. Overtones
2. Magmatism
3. Birds Fly Deep Underneath The Water Expanse
4. Embryonal Confinement
Embryonal Confinement
Introdotto da una copertina che ricalca lo stile delle bands del panorama Post Hardcore, l’ep Embryonal Confinement dei siciliani Psychocean si rivela invece un ottimo connubio di sonorità Alternative che scavano nella tradizione di Tool, Deftones e A Perfect Circle. La formazione di Catania dipinge quattro capitoli che appaiono fin da subito complessi nella struttura e non disdegnano le invenzioni tecniche di Mastodon e Voivod, pur mantenendosi su un piano più meditativo e meno grintoso.
Overtones apre il mini-cd con i suoi arpeggi oscuri e le sue ritmiche caotiche, su cui si staglia una voce determinata e parecchio orientata all’approccio dei Tool di Keenan; sono infatti gli stessi Tool i protagonisti delle influenze da cui traggono ispirazione gli Psychocean, perché gli intrecci delle chitarre sono contorti e non banali mentre i patterns di batteria risultano costantemente elaborati.
Il livello di produzione delle tracce è sopra la media, come dimostra la seconda Magmatism, più monotona della precedente ma non priva della carica che contraddistingue l’intero ep; la proposizione di passaggi avvolgenti di elettronica conduce alla terza Birds Fly Deep Underneath The Water Expanse, l’episodio più particolare per la sua batteria tribale e per le sue distensioni melodiche. I Deftones diventano qui il punto di riferimento e gli Psychocean riescono anche a mantenere un valido livello tecnico, che impreziosisce ulteriormente la traccia con finezze ritmiche e fraseggi atmosferici.
Embryonal Confinement è l’episodio più lungo e sperimentale, perché dotato di suoni acidi e distorti, che si contrappongono con efficacia al contesto meditativo del brano precedente: numerosi sono i cambiamenti che intervengono nei dieci minuti di durata, facendo sfiorare gli aloni rarefatti del Post Metal e concludendo con un cantato incisivo e scandito.
Il mini concept tessuto dagli Psychocean, basato sulla schiavitù imposta nella nostra società dal consumismo, prigione che soffoca l’individuo privo di razionalità, trova radici profonde nella dimensione degli Isis di Panopticon, ma le sonorità sperimentate dalla band si dirigono verso meandri ben diversi. L’autoproduzione realizzata dal quartetto di Catania riesce in ogni caso a mettere in luce i pregi di una musica ricercata e relativamente nuova per il panorama italiano, ambiziosa e ricca di aspettative per il futuro.