- Emma Hellstrom - voce, tastiera
- Tobias Martinsson - voce, chitarra
- Joakim Rosen - chitarra
- Jonnie Tall - basso
- Joel Lindell - batteria
1. At The Barricades (04:48)
2. Crash Course (04:10)
3. Thanks To You (04:21)
4. Second And Last But Not Always (04:11)
5. Revelling Masses (04:22)
6. Leave-Takings (05:02)
7. The Cost (04:10)
8. Deadened (06:44)
9. One Warning (04:53)
10. Settle Soon (05:14)
Red Flags
Entrati nella scuderia Peaceville, gli svedesi The Provenance pubblicano il quarto album, questo Red Flags, che si prospetta degno successore di How Would You Like To Be Spat At, uscito sotto la nostrana Scarlet Records. La ricerca stilistica del gruppo guidato dalla buona voce di Emma Hellstrom non si arresta, andando a scoprire meandri musicali tra il Dark-Gothic, il Progressive e l’Alternative, sulla scia dei rinnovati Madder Mortem e Katatonia, entrambi compagni di casa discografica. Non mancano influenze dai nuovi The Gathering, sebbene la forma timbrica adottata dai The Provenance punti ad un approccio diretto nei confronti dell’ascoltatore.
Si rimane subito colpiti dall’opener At The Barricades, che evidenzia la contrapposizione tra sezioni sostenute e di stampo Alternativo con fraseggi clean cupi e ritmati, su cui si erge il cantato di Emma, molto simile a quello esibito da Agnete Kirkevaag dei Madder Mortem.
I Madder Mortem, soprattutto quelli dell’ultimo e di poco precedente Desiderata, sembrano risultare la realtà più vicina ai The Provenance, nella proposizione delle distensioni melodiche come nelle caotiche architetture Alternative.
Crash Course segue lo stile di At The Barricades, affiancando però alla voce di Emma quella di Tobias Martinsson e condendo il tutto con delle tastiere sinfoniche e delle chitarre distorte cariche di effetti: i riferimenti al Trip Hop dei The Gathering e al Dark Rock dei Katatonia è sono chiarissimi e la composizione riesce a coinvolgere nella sua intera lunghezza.
Thanks To You ha un feeling più gotico e lascia trasparire le buone idee dei The Provenance sia nei veloci accompagnamenti di batteria sia nelle soluzioni avant-garistiche delle tastiere e delle chitarre; il duetto voce maschile e femminile è alquanto valido e il largo spazio lasciato a Martinsson in questo brano conferisce varietà al full-lenght.
Da segnalare come pezzo migliore dell’intera opera è la quinta Revelling Masses, perfetta unione tra Gothic e Alternative, che nel suo ritmo altalenante colpirà nel profondo gli amanti di entrambi i generi: il finale penetrante e cadenzato trascina totalmente nel vortice The Provenance, grazie a patterns di batteria elaborati ed eccezionali nella loro forma.
Si deve pertanto riconoscere che i The Provenance hanno compiuto un ulteriore passo verso il raggiungimento di un sound diverso da quel Progressive-Gothic contaminato da Folk espresso in passato. Il mutamento stilistico avvenuto fa ben sperare per il futuro della band scandinava, dotata ormai di un song-writing di estrema classe, diventato elegante e raffinato anche attraverso costanti sperimentazioni che perdurano dal 1995. Il contratto con la Peaceville Records è un risultato enorme per questo quintetto di Gothemburg, che potrà così distinguersi ancora con altre pubblicazioni di pari livello qualitativo.