- Les Claypool - Basso, Voce
- Larry LaLonde - Chitarra
- Jay Lane - Batteria
1. Prelude to a Crawl
2. Hennepin Crawler
3. Last Salmon Man
4. Eternal Consumption Engine
5. Tragedy's A'Comin'
6. Eyes of the Squirrel
7. Jilly's on Smack
8. Lee Van Cleef
9. Moron TV
10. Green Ranger
11. HOINFODAMAN
12. Extinction Burst
13. Salmon Men
Green Naugahyde
Era da circa dieci anni che non si avevano testimonianze discografiche dei Primus, la storica band capitanata da Les Claypool che nel corso degli anni '90 è ascesa all'Olimpo del panorama alternativo e cross-over rilasciando alcuni dei capolavori del genere nella prima metà del decennio: il complesso si era infatti sciolto nel 2000 dopo la pubblicazione di un ultimo (e poco esaltante) Antipop, per ritornare solo tre anni dopo con un EP di inediti (Animals Should Not Try To Act Like People) e infine abbandonarsi a un'intensa attività live che ha occupato il gruppo fino al 2009 (intervallata dalla realizzazione di dvd e greatest hits). Per questo motivo, quando nell'aprile 2011 Les Claypool aveva annunciato un imminente ritorno dei Primus (inizialmente programmato per maggio, poi rinviato a luglio, agosto e infine a settembre), la nuova fatica Green Naugahyde è subito diventata una delle uscite più attese dell'anno da parte dei numerosi estimatori del gruppo.
La pubblicazione del disco è stata preceduta da numerose interviste, in cui Claypool ha dichiarato più volte la vicinanza dello spirito di Green Naugahyde a quello degli esordi della band («If I were to look at all of our records, it seems like this is reminiscent of the early stuff. Obviously, with Jay there’s a newness to it, but because he left the band right before we recorded our first record, his approach has an eerie harkening to the old Frizzle Fry days»), ed effettivamente il nuovo album si presenta come un aggiornamento più adulto delle sonorità di Frizzle Fry e Sailing the Seas of Cheese, filtrate però dall'esperienza di Pork Soda (di cui vengono recuperate certe atmosfere più cupe e oscure). Lo stile straripante, eclettico e psicotico che ha sempre caratterizzato i Primus è sempre presente nel disco (anche se in maniera più fiacca e meno spontanea, soprattutto nelle tracce caratterizzate specialmente da quest'attitudine), ma ciò che rende Green Naugahyde un interessante ritorno è una certa maturità inedita che trapela nei pezzi più moderni dell'album, giustificata sia dai 20 anni che separano questo lavoro dai primi album del gruppo, sia dalla partecipazione dei vari membri dei Primus in diversi side-project (e in particolare il lavoro più psychedelic-oriented della Les Claypool's Frog Brigade, con i suoi celebri tributi ai Pink Floyd settantiani, ha un ruolo predominante nel tessuto sonoro di Green Naugahyde).
Come il classico Sailing the Seas of Cheese, anche Green Naugahyde è aperto da una breve introduzione (Prelude to a Crawl), seppur non si tratti più di uno skit demenziale ma di un'overture in salsa psichedelica, acida e distorta, che prepara l'ascoltatore all'impetuoso groove di Hennepin Crawler, un pezzo esplosivo a cavallo tra funk e cross-over nella tradizione dei migliori Primus, costruito ora su ritmi e melodie giocose, ora su stimolanti jam strumentali (dominate dal basso prorompente di Claypool); segue dunque la lunga cavalcata di Last Salmon Man, il primo pezzo pubblicato dai Primus per il nuovo album (entrato a far parte delle scalette live già verso la fine del 2010) e quarto episodio della saga delle Fisherman Chronicles, che riesce a conciliare lo spirito ironico degli episodi precedenti (tutti risalenti alla stagione d'oro della band tra il 1990 e il 1993) con l'acquisito gusto psichedelico del gruppo (particolarmente vistoso nella seconda parte della jam, dominata dalle alienanti distorsioni di LaLonde). Nonostante l'evoluzione stilistica mostrata nel trittico d'apertura, il disco prosegue su coordinate molto più vicine alle prime opere dei Primus: Eternal Consumption Engine è infatti un orecchiabile vaudeville teatrale (visibilmente erede dei Residents e di Zappa), che riprende in dosi più massicce l'umorismo dei primi album (seppur applicato a un contesto musicale molto diverso), mentre Tragedy's A'Comin' è un cross-over schizoide dal gusto funky che prosegue sulla scia più leggera inaugurata dal prezzo precedente (con un approccio musicale che ricorda da vicino i Red Hot Chili Peppers dei tempi d'oro, se non fosse per la jam a chiusura del pezzo visibilmente figlia dei capolavori di Frizzle Fry e Sailing the Seas of Cheese), per poi cedere il passo a Eyes of the Squirrel, un'altra accattivante miscela di cross-over e funky con un occhio rivolto al passato della band (anche se, in questo caso, rivolto agli episodi più sconnessi di Pork Soda).
Al contrario, il brano che segue risulta uno dei più particolari del platter, nonché uno dei più lontani da ciò che i Primus avevano suonato precedentemente: Jilly's on Smack lascia perdere le componenti funky più accentuate tipiche del gruppo per approfondire invece il discorso psichedelico, in una jam acida più vicina alle improvvisazioni anni '60 (la cui chiusura riporta alla mente perfino i Pink Floyd di Ummagumma) piuttosto che agli stravaganti sfoghi cross-over del passato, immersa in un'atmosfera cupa nuovamente vicina a quella riscontrabile in Pork Soda (con cui condivide anche un concept molto meno ironico e surreale, riguardante la morte di un amico di Claypool per assuefazione da eroina). Dopo la digressione più freak di Lee Van Cleef e Moron TV (quest'ultima venata da divagazioni psichedeliche e aperture chitarristiche al limite dello ska), i Primus ritornano quindi sui binari collaudati con la precedente Jilly's on Smack nella brevissima Green Ranger, nuovamente lontana dal funky e dal tipico demente eclettismo, in favore di sonorità più cupe nuovamente ereditate da Pork Soda, ma con la successiva HOINFODAMAN si ritorna al classico funk camaleontico, lontano dalle velleità più psichedeliche dell'album e molto più vicino al sound degli esordi. Il disco si avvia verso la fine con Extinction Burst, un pezzo fortemente dinamico e schizofrenico continuamente in bilico tra le divagazioni strumentali dei Rush più sofisticati e il funk di Frizzle Fry, per poi chiudersi definitivamente con l'outro di Salmon Men (che riprende Last Salmon Man in modo analogo a quello della chiusura di To Defy in Frizzle Fry).
In definitiva, Green Naugahyde può dirsi a tutti gli effetti un ritorno molto gradito da parte dei Primus. Ridimensionate le componenti più pazze del loro sound (ma non del tutto cancellate dal loro stile) in favore di atmosfere psichedeliche molto più acide e mature, questo album ha dimostrato chiaramente la presa di coscienza da parte di Claypool e soci sulla loro crescita (innanzitutto anagrafica), che rifiutano di scrivere un disco secondo la solita formula collaudata, rischiando di apparire fiacco e anacronistico (fatto evidente soprattutto nelle tracce più orientate al passato, che risultano più scialbe e meno accattivanti) e puntando molto felicemente sull'approfondimento delle sonorità collaudate dai membri della band durante questo decennio di silenzio. Inevitabilmente il ridimensionamento dello humor di Frizzle Fry e Sailing the Seas of Cheese riduce l'appeal di Green Naugahyde (in quanto nei primi anni '90 la loro musica fu grande anche grazie a un certo spirito iconoclasta, qui ridotto all'osso), ma premia il gruppo per il coraggio di rinnovarsi, rendendo Green Naugahyde un disco apprezzabile sia da coloro che vogliono godersi nuovi pezzi in linea con i grandi lavori del passato, sia da coloro che sono curiosi di ascoltare i Primus in uno stile fresco e aggiornato.