- Jakob Samuel - voce
- Pontus Norgren - chitarra
- Pontus Egberg - basso
- Christian Lunqvist - batteria
1. Flesh And Blood
2. Streets Of Fire
3. Seven Seas
4. Walk The Line
5. Thunderball
6. Reach The Sky
7. We Are One
8. Without You
9. Band Of Brother
10. Heaven's Closing In
11. Kiss Goodbye
12. Shine
Sweet Trade
A poco più di un anno dall'eccellente esordio Metal Will Stand Tall e forti di un nuovo contratto con la AFM Records, i Poodles provano a bissare l'ottima prova del debutto, mirando così a confermarsi come una delle più promettenti e quotate band dell'attuale scena hard rock, dando alle stampe il loro secondo album Sweet Trade.
Se l'album di debutto, che aveva anche permesso loro di intraprendere un tour europeo al fianco di HammerFall e Krokus, era quindi valso loro ampi riconoscimenti un po' ovunque ed un buon successo, i quattro svedesi adesso, rinfrancati dagli apprezzamenti ricevuti da critica e pubblico, si possono anche permettere di tentare l'assalto al mercato europeo ed internazionale.
E per fare ciò ripropongono la stessa vincente formula dell'esordio, quindi un hard rock melodico dalle chiare connotazioni scandinave e con qualche divagazione nel melodic metal, da non imputare comunque a quella loro recente esperienza di cui si parlava poco sopra e che li ha impegnati ad accompagnare gli HammarFall sui palchi di mezza Europa, infatti anche alcuni brani di Metal Will Stand Tall mostravano caratteristiche simili, basti citare Dancing With Tears In My Eyes o Kingdom Of Heaven. A ricoprire più o meno lo stesso ruolo nel nuovo album ci sono invece l'opener Flesh And Blood, potente e catchy, che sembra riprendere un po' l'hard n' heavy melodico e granitico dei connazionali Lordi, e sempre in bilico tra hard rock e melodic metal si continua anche con le successive Streets Of Fire e soprattutto Seven Seas, il singolo che ha anticipato l'uscita dell'album e che ha già conquistato la Svezia, altro bel brano dall'incedere quasi heavy a cui fanno da contrasto linee iper-melodiche ed un chorus ad ampio respiro e capace di stamparsi in mente al primo ascolto.
I rockers svedesi poi sono dei veri maghi quando decidono di rallentare i ritmi e fare i romantici, piazzando ballad strappalacrime con cori da stadio e belle melodie, è il caso di We Are One, che riprende la lezione dei connazionali Treat con strofe cadenzate e malinconiche che sfociano in un chorus emozionante e pieno, o della closer Shine, sempre imperniata su delicate ed azzeccate melodie e su un refrain arioso. Da notare poi come i Poodles abbiano collocato le due ballad esattamente nelle stesse posizioni rivestite nella tracklist del precedente lavoro da quelle che furono le due ballad Rockstar e Crying, quasi a mostrare la loro intenzione di replicare il successo e l'entusiasmo che presso il popolo dell'hard rock aveva suscitato il loro esordio, ma a parte il fattore sorpresa a venir meno è anche una certa genialità che si era riscontrata ad esempio in un brano come Song For You, in cui il loro melodic hard meravigliosamente conviveva con un canto lirico alla Bocelli.
Invece a non venire meno fortunatamente è una certa costanza di intenti e di risultati, non si può dire infatti che vi siano passi falsi o cali di alcun tipo all'interno di Sweet Trade, ogni brano risulta a suo modo irresistibile e divertente, dal grintoso mid-tempo Walk The Line, cadenzato ma martellante che mostra sempre la loro predisposizione per il melodic metal, come del resto la detonante e piena Thunderball, all'esaltante Reach The Sky, brano da proporre in sede live, quasi un incrocio tra i Bon Jovi di Livin' On A Prayer e gli elvetici Gotthard, cosa che se da un lato la rende orecchiabile e divertente dall'altro le dona purtroppo un qualcosa di sentito e risaputo.
Tra gli apici del platter deve necessariamente menzionarsi Band Of Brother, dinamica e positiva, mostra un Norgren in grande spolvero con la propria sei corde, come del resto eccellente è la prova dei quattro per tutta la durata del disco, con un Jacob Samuel sugli scudi, sempre espressivo ed efficace, mentre a completare il quadro ci pensano il bel mid-tempo Without You, le rockettare e trascinanti Heaven's Closing In e Kiss Goodbye, tutti brani che ulteriormente confermano, se mai ce ne fosse bisogno, la loro vicinanza all'hard ottantiano e alle attuali band provenienti più o meno dallo stesso settore musicale e dalla stessa zona geografica, ed ogni riferimento a Wig Wam e Brother Firetribe non è affatto casuale.
Sweet Trade, a cui partecipano anche una serie di guests della scena hard n' heavy scandinava, come Mats Leven, Matti Alfonzetti e Goran Edman, gode anche di un'ottima produzione, la più idonea ad esprimere l'impatto melodico proprio di questi brani, ed è un album che, seppur un pizzico inferiore al precedente Metal Will Stand Tall, vale comunque a confermare i Poodles come una delle maggiori promesse e potenziali realtà dell'attuale hard rock melodico.