- Jerry A. Lang - voce
- Tom Roberts - chitarra
- Jimmy Talor - chitarra
- Chris Carey - basso
- Chris Cuthbert - batteria
1. Number One (02:41)
2. Jihad Love (03:33)
3. Factor X (02:06)
4. Kill The Messenger (02:41)
5. Novelty (03:35)
6. Fake (02:37)
7. With / Against (03:00)
8. Baby Flys (02:06)
9. Nothin' To Say (03:24)
10. Atonement For The Cursed (03:10)
Questa recensione, a prescindere da voto e giudizi musicali, è dedicata alla memoria di Tom "Pig Champion" Roberts.
Latest Will And Testament
E' il 31 gennaio 2006 e Tom Roberts, meglio conosciuto come Pig Champion, si spegne nella sua casa di Portland, dove ventisei anni prima aveva contribuito a fondare una band storica per la nascente scena Hardcore americana, i Poison Idea. Il gruppo, pronto a tornare alla ribalta con un nuovo lavoro, decide di intitolare l'album Latest Will And Testament, nome scelto personalmente da Tom prima di morire. Per chi non li conoscesse, I Poison Idea suonano un Hardcore di vecchia scuola, sempre al confine con il Punk più estremo. Storico è Pick Your King, EP d'esordio del complesso di Portland, datato 1983 e reso celebre dalla doppia copertina raffigurante da un lato Gesù Cristo e dall'altro Elvis Presley. Nel corso degli anni i Poison Idea hanno alternato lavori interessanti a capitoli meno convincenti, fino allo scioglimento provvisorio nel 1993. Il resto è ormai storia attuale.
Il disco non potrebbe aprirsi in maniera peggiore, dal momento che The Number One, opener dell'album, si rivela quanto di più banale possibile; definire questo brano insulso risulta persino riduttivo. Fortunatamente l'opera non prosegue in modo analogo e ci pensa Jihad Love a far dimenticare il fiasco precedente. La canzone vanta un fantastico riff d'apertura, rovinato però da uno stile vocale povero, spesso deludente, e da alcune parti strumentali non all'altezza della situazione. Dopotutto, non può essere certo avvincente il suono di una chitarra che ripete per un paio di minuti le stesse note, non in un genere a cavallo fra il Punk e l'Hardcore. Più tirata invece la terza traccia, Factor X, in cui però persistono tutti i difetti dei primi due brani, difetti che purtroppo caratterizzeranno l'intero disco, rendendolo scialbo ed a tratti perfino fastidioso. Non sono comunque da buttare i sporadici e brevi assoli di chitarra presenti nell'arco dell'album, su cui la band americana poteva puntare maggiormente in modo da offrire al pubblico un prodotto nettamente migliore.
Brutto a dirsi, ma canzoni come Novelty o Fake possono considerarsi pura e semplice spazzatura, pezzi che non hanno assolutamente alcun mordente né spunti interessanti, escludendo i soliti buoni assoli. Più passano i minuti e più ci si rende conto del tipo di uscita con cui si ha a che fare. Latest Will And Testament rientra infatti nel larghissimo insieme di nuovi album usciti e dimenticati nel giro di due giorni. Nel caso di altre giovani band si può al massimo chiudere un occhio, ma da un gruppo del calibro dei Poison Idea una simile delusione non se l'aspettava quasi nessuno. Brani cadenzati o sparati a velocità da capogiro, poco importa, gli ingredienti rimangono sempre gli stessi, e se non fosse per i già elogiati assoli il tutto sarebbe ancor meno digeribile di quanto effettivamente sia. Ascoltare le sgraziate urla di uno spento Jerry A. per circa mezz'ora, questa la durata del disco, equivale a volersi fare del male seriamente ed il paragone non è affatto esagerato, ascoltare per credere. Sia in ambito Punk che Hardcore esistono migliaia di cantati in grado di fare molto meglio e chi segue anche minimamente la scena underground statunitense potrà accorgersene senza troppa fatica. Atonement For The Cursed, una fra le canzoni di chiusura più scadenti ascoltate ultimamente, riassume in sé l'intero platter e non può che fungere da medicinale per starne felicemente alla larga.
A distanza di dodici anni dall'ultimo full lenght era lecito aspettarsi qualcosa in più dai Poison Idea. Latest Will And Testament è invece un album piatto, insignificante e privo di personalità. L'unico a brillare nel quintetto statunitense è lo sfortunato Tom, il quale, con la sua storica sei corde, regala al mondo gli ultimi momenti di piacevole follia. Dispiace salutarlo così, con un disco del genere, ma questo è quanto e, comunque sia, resta un grosso punto interrogativo sul futuro dei Poison Idea. E ora?