- David Readman - voce
- Alfred Koffler - chitarra
- Uwe Reitenauer - chitarra
- Dennis Ward - basso
- Kosta Zafiriou - batteria
Guests:
- Jochen Weiher - piano e tastiera in Last Train To Nowhere
1. Children Of The Dawn
2. No Way Out
3. Crossfire
4. I'm Not Afraid
5. A New Religion
6. The Hour Of Freedom
7. Stop This Madness
8. Desert Land
9. Out Of This World
10. It's Just A State Of Mind
11. Wanna Hear You Rock
12. My Darkest Hour (european bonus track)
13. Last Train To Nowhere
In10sity
Con una lunga e buona carriera alle spalle, iniziata nel 1989 con l'esordio auto-intitolato, i rockers tedeschi Pink Cream 69 arrivano a tagliare il traguardo del decimo studio album, non a caso intitolato In10sity. La formazione è quella di sempre, almeno dal 1995 in poi, quando nell'album Change David Readman sostituì il precedente singer Andi Deris passato agli Helloween, ma un'importante novità è costituita dall'ingresso in squadra, per la prima volta nella loro storia, di una seconda chitarra, con Uwe Reitenauer, già insieme a Dennis Ward (bassista e vera mente di questa band) nel progetto Place Vendom, che va così ad affiancare il solito Alfred Koffler.
Deve essere stato proprio l'ingresso della seconda chitarra a dare un tocco di maggiore incisività al loro sound, senza però aspettarsi rivoluzioni sonore, infatti il loro hard rock è sempre legato alla tradizione melodic metal, grazie a melodie che sembrano prese in prestito dall'heavy e dal power, presenti peraltro in molti dei loro primi lavori, basti ascoltare la power ballad Where The Eagle Learns To Fly tratta da One Size Fitz All del 1991 o One Step Into Paradise tratta invece del debutto del 1989, e ciò che infatti si denota dall'ascolto di In10sity è proprio un sound più heavy dato dal groove pesante e dai riffoni potenti delle due chitarre, un ritorno alle origini quindi rispetto alla sterzata quasi AOR del 2000 con il bellissimo Sonic Dynamite.
Si parte proprio all'insegna della potenza con l'opener Children Of The Dawn, ottimo brano di hard n'heavy diretto e potente con un chorus dal sapore epico, in cui a convincere pienamente sono la prova di Zafiriou dietro le pelli e del singer David Readman, oltre naturalmente al geniale Dennis Ward, segue poi la stupenda No Way Out, ancora chitarre pesanti e ribassate e basso ben in mostra, in un lavoro che ricorda un po' gli ultimi Europe, conferiscono la giusta potenza al brano, che può contare anche su un'esaltante ed adrenalinica linea melodica il cui apice è rappresentato dall'ottimo refrain, sicuramente uno dei pezzi forti del qui discusso platter, sembra quasi un carillon ad introdurre Crossfire, ma la delicatezza dei primi secondi viene presto abbandonata per riprendere il passo potente e pesante che sembra caratterizzare l'intero lavoro, mentre alto rimane anche in questo brano il buon gusto per l'aspetto melodico, tanto che in alcuni limitati frangenti del pezzo pare di ascoltare i Simple Minds, ed a completare un inizio che migliore non poteva essere arriva I'm Not Afraid, ennesimo ottimo brano in grado di coniugare in maniera impeccabile potenza e melodia, anch'esso tra i migliori del lotto. Un leggero calo si ha con A New Religion, pezzo più che accettabile ma che comunque non riesce a tenere il passo dei precedenti, e lo stesso dicasi per The Hour Of Freedom, dal taglio decisamente moderno ma che ha la pecca di non riuscire mai a decollare, ci pensa allora Stop This Madness a ridare la giusta verve al lavoro grazie soprattutto alla buona prova delle chitarre e del singer e al grintoso refrain, invece la breve e cadenzata Desert Land anticipa Out Of This World, energico e melodico pezzo in possesso di un chorus scandito e rabbioso, ancora chitarre protagoniste in It's Just A State Of Mind, buona canzone che però convince più nelle strofe e nei solos che nel refrain, una sensazione di deja-vù pervade l'ascoltatore in Wanna Hear You Rock, brano piacevole e di istantanea assimilazione. My Darkest Hour è la bonus track per il mercato europeo, e come recita il titolo gioca su atmosfere darkeggianti e cupe, come del resto buona parte del disco, ma anche su ritmiche potenti ed incalzanti, molto heavy nel suo incedere, e si chiude infine con l'unica ma splendida ballad del lotto Last Train To Nowhere, in cui interviene anche il piano di Jochen Weiher nel realizzare una melodia malinconica ed avvincente che ne fanno una canzone stupenda e la ciliegina sulla torta di quest'ottimo album.
In10sity mostra una band ispirata ed in gran forma, rinvigorita dall'ingresso della seconda chitarra di Reitenauer, non certo il solo artefice, ma sicuramente causa, del lieve cambiamento stilistico che ha prodotto un sound più duro ed heavy, in un certo senso paragonabile a quello degli ultimi Europe. Tra i migliori album rilasciati dai Pink Cream 69, e certamente il migliore dai tempi di Sonic Dynamite del 2000.