Di gruppi come i The Panino’s non ne girano molti attualmente. Ciò non perché si tratti di un complesso tecnicamente mostruoso, geniale o strabiliante, tutt’altro. I The Panino’s sono semplicemente folli. Questi sei enigmatici messicani residenti in Italia da diversi anni (o perlomeno così dichiarano) sono al debutto discografico. Il loro album, prodotto dalla “rinomata” Pederasta Records (un nome, un programma), è stato registrato nel giugno 2006 presso il Mo.Fo. Studio di Piacenza ed è disponibile dal dicembre scorso.

I tredici minuti di The Panino’s si aprono con un’introduzione degna del miglior disco Black Metal (in particolare Kosmokrator degli Spite Extreme Wing), per poi sfociare nella titletrack, una delle poche canzoni al mondo più brevi del suo preludio. L’album è infarcito di volgarità, testi che definire idioti è poco e stupidate di vario genere. La cadenza dei singer più che di un messicano ricorda quella di un veneto, mentre, per quanto concerne le sonorità, la proposta della band è inquadrabile in un Hardcore - Oi! di stampo italico (Woptime, Banda Del Rione).

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la produzione di The Panino’s è davvero buona. A deludere sono invece i vari brani, suonati discretamente, ma privi di reale umorismo e piuttosto banali. Ascoltare El Dorado (cover della fantastica Torino E’ La Mia Città) fa rivivere vecchi ricordi, tuttavia, finito il pezzo, si ripiomba nuovamente nell'imbecillità più assoluta. Alcune soluzioni strumentali sono degne di nota, in particolar modo nel riffing, purtroppo però i rispettivi testi non fanno altro che rovinare il tutto.

Se avete voglia di farvi due risate visitate il MySpace del gruppo italomessicano: tre canzoni sono disponibili per l’ascolto, mentre il disco è acquistabile alla modica cifra di cinque euro. Se invece amate la musica seria, quella suonata bene, allora lasciate perdere. Questi lavori, diciamocelo, lasciano il tempo che trovano.