- Corrado Nuccini - chitarra
Guests:
- Tom de geeter, Bleubird, Normad, Filkoe176 - voce
- Jukka Reverberi - chitarra, basso
- Kaye Brewster - voce
- Andrea Scarfone - chitarra, sitar, effetti
- Scott da Ros
- Andrea Girolami, Fabio De Luca - djs
- Emanuele Riverberi - tromba, violino
1. Introduction
2. The Dinosaur, The Monkey, The Breakdance
3. Your father’s Head
4. Put Me In Your Shoes
5. My Wild Civilization
6. Tradition & Abstraction
7. Sick Berth
8. God Is The Spider
9. Girls Are Laughing
10. A Divine Example
11. You Killed My Father, Prepare To Die
12. To Take French Leave
Matters Of Love And Death
Una cosa certa è che per i venditori non sarà facile collocare tra gli scaffali questo nuovo lavoro di Nuccini, Matters of Love and Death. Il chitarrista, già famoso grazie al suo contributo alla chitarra nei Giardini di Mirò, esce quest’anno con un album che gli permette di mostrare tutte le sue qualità organizzative e stilistiche. Difatti riesce nell’incredibile compito di mettere insieme generi totalmente diversi, se non addirittura diametricalmente opposti dal punto teorico. Fonde in questo Matters of Love and Death elettronica, rock, hip hop, cantautorato, forme orchestrali molto eleganti e raffinate di pop/indie. Un tale calderone, sulla carta sconcertante, si presenta invece all’ascolto molto ben strutturato e omogeneo. Per riuscire in tale omerica impresa si è valso dell’aiuto di Jukka Reverberi per certi loop di chitarra e basso, della scozzese Kaye Brewster alla voce, di Andrea Scarfone dei Julie’s Haircut, con la sua sessione di Kosmic Music a base di sitar e chitarre flangerate, e di Scott da Ros che ha impreziosito tutto ciò con delle ottime parti. A questi poi non è da meno il lavoro svolto dai djs Andrea Girolami e Fabio De Luca, oltre al contributo di Emanuele Reverberi che ha ampliato il complesso melodico con trombe e violini incantevoli. Da qui, una volta creata l’ossatura del full-lenght, l’ideatore del progetto ha allargato la collaborazione per la resa delle parti vocali, ottenendo il supporto di molti emcee americani, di diverso background musicale.
Il sound perciò è quanto mai variegato e lo si potrebbe definire solo con il termine di post rock, se si analizzano come le strutture sonore prediligano l’uso dell’elettronica, al fine di creare atmosfere rarefatte e preziose, nei quali si inseriscono dolci e malinconici violini e drammatici dialoghi vocali hip hop. E’ il caso di Girls Are Laughing, bellissima per la sua evoluzione sonora, quanto mai imprevedibile, ma mai eccessiva. Infatti tutte le tracks, tra le quali spiccano “The Dinosaur, the Monkey, the Breakdance”, God Is the Spider, To Take French Leave, mantengono nella loro durata una delicatezza originale, che sfata l’aggressività del vocal fortemente scandito, secondo la linea rap. In questo modo le qualità dei singoli generi emergono ambiziose, sfumate e rendono giustizia all’idea che sta alla base del disco. Nuccini infatti voleva fondere in un unico tessuto perfettamente omogeneo le liriche e il complesso sonoro. Così nasce il matrimonio tra l’apporto caldo ed emotivo più tradizionalmente rock e quello di rottura dell’hip hop più elettronica, che astrae il tutto in un sistema perfetto di marmorea eleganza. Resta dunque solo da farsi avvolgere da quest’album intenso e decisamente originale.