Voto: 
8.2 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
City Slang
Anno: 
2002
Line-Up: 

- Markus Acher - Chitarra, Voce
- Michael Acher - Basso
- Martin Gretschmann - Programming
- Martin Messerschmidt - Batteria

Tracklist: 

1. One Step Inside Doesn't Mean You Understand
2. Pilot
3. Pick Up the Phone
4. Trashing Days
5. This Room
6. Solitaire
7. One With the Freaks
8. Neon Golden
9. Off the Rail
10. Consequence. 1

Notwist, The

Neon Golden

Il disco della definitiva consacrazione, il lavoro che li ha portati al successo e che d'altra parte ne ha letteralmente svelato l'enorme potenziale espressivo. Neon Golden ha reso i Notwist uno dei maggiori nomi di punta dello scenario indie del 2000, finendo per diventare una sorta di talismano per tutta la cosiddetta corrente 'indietronica' sviluppatasi a partire dai primi anni del nuovo millennio. Eppure il complesso tedesco era nato con tutt'altri intenti, in quel 1989 in cui ad impazzare non vi erano eleganti cornici elettroniche-cantautorali bensì una travolgente estasi grunge da cui i Notwist riemersero solo nel 1995 con la pubblicazione di 12. Di lì in poi un perenne mutare, un processo di smussamento e trasformazione che ha limato lo stile aspro e rabbioso degli esordi e l'ha immacolato nella grazia di un linguaggio nuovo, originale, sensazionalmente unico.

Assorbita la lezione dei Radiohead di Kid A (altro testamento - forse 'involontario' - della nuova elettronica indipendente), i Notwist si sono gettati a capofitto in una sperimentazione leggiadra ma intensa, portando a termine un emozionante punto d'incontro tra dimensione elettronica e cantautorale, per l'appunto schematizzata al meglio da quello che è il capolavoro indiscusso della band tedesca. Neon Golden è uno di quei lavori che per l'eccessiva precisione, per la strabiliante leggerezza compositiva da cui è permeato, sembra quasi troppo sottile per essere realmente vissuto e interiorizzato. Arrangiamenti brillanti, beat fugaci, melodie fragili e unte da un moderno decadentismo sono gli elementi che Neon Golden esprime con una semplicità incredibile, sciorinando un mix continuo di hit malinconiche e atmosfere intimiste di una bellezza tanto diretta quanto esaltante.

Il mood ballabile ma al contempo inquieto di Pilot, il languido sentimentalismo del gioiello Consequence. 1, o ancora il fascino metallico della titletrack sono solo alcuni degli esempi meglio elaborati della commistione acustico-elettronica di cui l'intero Neon Golden è costituito con estrema efficacia: i suoni sono sempre morbidi, le cornici elettroniche curate ed egregiamente affiancate alle perenni malinconie acustiche della chitarra e del pianoforte dei Notwist. Il risultato è una musica elegante che però non si limita solo esteriormente ad apparire con vesti così raffinate, rispondendo sul piano emotivo grazie a un mood continuamente sospeso tra timide aperture solari (il profumo quasi psichedelico di Trashing Days e la leggerezza tipicamente indie rock di One With The Freaks) e più profonde inquietudini interiori (i toni sommessi di Pick Up the Phone, i taglienti ritmi sintetici di Solitaire), che non eccedono mai nel riciclo compositivo e nell'autocompiacimento. Di banalità nemmeno l'ombra: anche nei momenti più pop e orecchiabili (Off the Rail e la conclusiva Consequence. 1 su tutte) i Notwist tirano fuori atmosfere sublimi e curano ogni singolo particolare dei brani come se si trattasse di miniature infinitesimali da decorare, esaltando così - e nella maniera più intima - la purezza, la leggerezza e l'eleganza che compongono l'intero lavoro.

Un disco talmente intimo e fragile che quasi si ha la paura di rovinarlo ad ogni minimo contatto; ed è da quest'essere così soffice, è da questa dolcezza malinconica che emoziona senza sosta che dipende la bellezza di Neon Golden e il successo che ha avuto in periodo di distribuzione e che continua ad avere tuttora. Al valore intrinseco del disco va inoltre ad aggiungersi l'influenza palese che ha giocato su moltissimi gruppi indietronici sorti in seguito, ed è per questo semplicissimo capire perchè Neon Golden venga considerato uno dei maggiori capisaldi dell'ambiente indie internazionale. Splendido.


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