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- Valentina Del Giudice – voce
- Salvio Sammartino – voce
- Martina Mollo – pianoforte
- Edo Notarloberti – violino
- Giampaolo Nigro – violoncello
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01. The first was a death woman
02. Silent prayer
03. Marianna y la melancholia
04. Preludio on my skin
05. The glass man
06. Let it be except for love
07. Dark tango
08. Mon revè le 31 Mars
09. L’extravagance
Silent Prayers
La straordinarietà del lavoro delle medio-piccole label indipendenti sta certamente nella larghezza delle loro vedute. E non si può assolutamente contestare che questa pregevole peculiarità caratterizzi la Ark Records, sempre molto attenta a incentivare progetti che vanno dal goth etnico (Ataraxia) fino alle produzioni di ispirazione classica sperimentali. Ne viene fuori dunque questo sorprendente lavoro di Edo Notarloberti , violinista napoletano di indubbia qualità artistica, che esce dall’infinito backstage di talenti presenti nel nostro paese con Silent Prayers, opera di elevato livello stilistico che attinge nutrimento dalla musica romantica, barocca – non si può d’altronde ignorare l’immenso patrimonio culturale manieristico (soprattutto operistico) presente a Napoli – e da un più moderno approccio al lirismo da colonna sonora (Silent Prayer).
In questo lavoro di neanche quaranta minuti si intrecciano soluzioni artistiche risultanti da uno studio analitico di tendenze e approcci musicali diversi, ricordandoci quindi per l’attenta e acuta strutturazione concettuale del disco – oltre che per i canoni sonori – gli esperimenti post-rock degli Yellow Capra (in Dark Tango), dove si uniscono, in unico vortice armonioso, venature sinfoniche, musica da camera e armonia da compositore moderno. A questo proposito non ci si può non collegare ai meravigliosi successi di Yann Tiersen, alla profondità e alla qualità delle sue composizioni, soprattutto per strumenti come piano e violino, che proprio in questo disco giocano un ruolo da protagonisti assoluti. Si potrà allora godere della primaverile e frizzante The First Was A Death Woman, ricca di intrecci melodici malinconici, ma al contempo estremamente leggeri.
I toni soavi vengono quindi perpetrati in Marianna Y La Melancholia, dove vengono disegnati con estrema naturalezza paesaggi d’ispirazione mediterranea, misti provenzali-catalani. Situazioni sonore, ma soprattutto emotive che vengono poi approfondite liricamente nel cuore del disco, dalle voci di Valentina Del Giudice e Salvio Sammartino, regalando all’album un’impronta più cantautorale e sincera. Corona infine questo primo disco - in modo purtroppo precoce, data la piacevole compagnia del disco - L’Extravagance, brano d’ispirazione quasi operistica, che non nasconde una matrice vivaldiana nella partitura del violino del compositore napoletano. Un’opera stilisticamente classica insomma, ma concettualmente assolutamente d’avanguardia.