- Tom Bjorn - Batteria
- Erik Oskarsson - Basso, Cori
- Dan Swano - Chitarre, Tastiera, Voce
1. The Fields of Life
2. Trial and Error
3. One Way Ticket
4. Reasons
5. Wounded Soul
6. Hideaway
7. To My Inspiration
8. White Darkness
9. Belief
10. Trust
White Darkness
Chi conosce Dan Swano sa con certezza che non si tratta di un personaggio qualcunque, anzi, di una personalità più unica che rara nel panorama musicale contemporaneo. D'altronde non è una cosa da persona comune viaggiare e immergersi in tutti, o quasi, gli ambienti rock e metal esistenti rinnovandoli con estro e stile. Abbiamo infatti visto come il poliedrico artista scandinavo sia passato con disarmante facilità dal death dei suoi celebri Edge Of Sanity, da egli resi una realtà unica e leggendaria, fino al prog degli ultimi nati Second Sky, passando per le innumerevoli sperimentazioni dei suoi side project come gli schizoidi Pan.Thy.Monium o i Diabolical Masquerade di Blackheim o ancora il suo personalissimo progetto che ha visto dar vita allo stupendo Moontower, disco che ha gettato le basi per quello che poi diventerà il vero "Swano's Sound", aspetto musicale che prima di Moontower incominciava già a prendere corpo con i giovani Unicorn ma ancora di più con i Nightingale, il suo principale gruppo dopo gli oramai defunti Edge Of Sanity.
Swano comincia con i Nightingale in quell'infuocato 1995 (anno di incredibile impegno compositivo) dopo aver prodotto il fantastico Emotinal Wasteland con gli Unicorn e proseguendo questa scia di dischi votati al progressive rock con questa sua nuova band che ha dato vita in pochi mesi al magnifico The Breathing Shadows, appunto, per poi proseguire la carriera passando da un estremo all'altro, continuando a registrare con i Nightingale (The Closing Chronicles, I, Alive Again), con gli Edge Of Sanity (Crimson, Infernal, Crimson II), con i Diabolical Masquerade di Nystrom e con le sue altre innumerevoli creazioni. Nel 2007 Dan Swano aggiunge un altro tassello alla discografia dei Nightingale con White Darkness, album in cui, in qualche modo, il musicista svedese da vita ad una completa fusione dei suoi "nuovi" stili già sperimentati, unendo il tipico prog rock/metal alla carica e l'impatto dell'hard rock e dell'AOR per finire con quel gusto retrò che da sempre caratterizza i suoi lavori.
E' perciò lecito aspettarsi le solite tastiere vorticose affiancate da chitarre possenti e da quei ritmi incalzanti che sono oramai un marchio della musica dell'artista svedese, e non si fatica un minimo per rendersi conto di tale aspetto; è infatti già dalla opener The Fields Of Life che Swano serve la sua musica su un piatto d'argento: voce e cori caldissimi (AOR docet) che trainano tutto l'apparato strumentale attraverso un riffing intenso e compatto, a tratti forse troppo sdolcinato ma sempre capace di coinvolgere per passione e carica. Molto più incentrate su trame propriamente progressive, ma non troppo riuscite, sono invece le successive Trial And Error, aperta ed emozionante, e One Way Ticket che a strofe quasi ipnotiche oppone con equilibrio aperture semplici e orecchiabili, rese tecnicamente alla perfezione con un insieme strumentale di livelli eccellenti.
White Darkness continua così nel suo riffing melodico e solare, in alcuni casi fin troppo sdolcinato e mieloso, quasi irritante per la banalità da cui è composto, banalità che però viene accantonata quando il nostro apparato acustico giunge a brani come Reasons che sottolinea ancora una volta ciò che è già stato messo prima in evidenza; è infatti il groove tipico di Moontower con tastiere intricate e impetuosamente messe in primo piano ad abbinarsi come sempre alla compattezza dei refrain in pieno AOR style al fine di unire carica, compattezza ed emozione in uno stile unico ed originale, anche se i riferimenti esterni non mancano, basti ascoltare la Opethiana Wounded Souls o ancora la titletrack che, se è permesso dirlo, sembra tanto un "autoplagio" date le sue coordinate che tanto ricordano quelle su cui Swano costruiva la musica degli Unicorn.
White Darkness continua così presentandoci un continuo susseguirsi di brani sullo stesso stile e indirizzate sempre allo stesso punto: emozionare l'ascoltatore con una musica d'impatto e poco impegnativa, e ci riesce più che discretamente con brani come la banalissima Belief e la conclusiva Trust caratterizzata da un continuo alternarsi di possenti schitarrate hard rock e piatti refrain pop oriented in cui pianoforti sottili accompagnano la voce di Swano in un insieme corale di sicuro poco convincente, al contrario di quello che succede con l'acustica To My Inspiration, uno dei brani migliori del lotto e forse quello meno "sdolcinato" anche se le chitarre che la compongono suggeriscono come sempre atmosfere semplici e non di complessa comprensione.
Difficile saper consigliare un disco come questo a un ascoltatore o a un altro: di sicuro coloro che avevano ammirato le gesta "extreme" di Swano rimarranno delusi da questo nuovo mixing di hard rock, AOR e progressive in cui la genialità oscura del musicista di Orebro viene accantonata per far spazio ad una nuova freshcezza compositiva, diretta e che tende ad un impatto forte e melodico (forse troppo) con chi ha davanti. Perciò scordatevi i brividi che potevano accapponare la vostra pelle ascoltando Crimson, dimenticatevi delle atmosfere criptiche e malinconiche perchè sono solamente orme del passato. Swano sembra infatti essere entrato in una sfera d'ottimismo che gira attorno ad una nuova concezione musicale, aperta e poco impegnativa, a tratti mielosa e priva di quel misterioso fascino passato e di quell'intensità emotiva che, se non è scomparsa del tutto, ha almeno cambiato volto.