Val Monteleone – voce, basso
Dante il Furfante detto Lo Spurgo – chitarre e chitarrini
Valerio Marcangeli detto Sor Maestro – sax e tromba
Fabio Romano Marianelli detto lo Spaventafabio – batteria
1. Crimini
2. Le Cose Chiare
3. Sputnik feat. Giorgio Lorito (Ushas)
4. La Vena Cionca
5. Tutto Il Mondo è Palese
Tutto il Mondo è Palese
Intro slappeggiante in stile Primus, espressività intensa alla Mike Patton dei ’90, (Faith No More e Mr. Bungle) ma anche memore in certi eccessi vocali di altezza spropositata di Ian Gillan, l’attitudine teatrale del progressive, una conoscenza tecnica notevole delle dinamiche che correlano il jazz e il rock dei ’70 (certi sassofoni liquidi alla Mel Collins che irrompono anche nei momenti più tirati, leggesi King Crimson) ed il jazz swingante e parodiante l’old America (leggesi Buscaglione): tanta roba insomma che ne bastava la metà, fossero state anche le sole suggestioni crossover, affascinanti per essere così demodè ma non ancora ‘vintage’ essendo il decennio coinvolto ancora troppo vicino per essere storicizzato a dovere.
Non è un piatto leggero e bisogna avere ottime capacità digestive per apprezzare tutti questi gusti forti poiché lo stucchevole è un rischio molto probabile, anche se la perizia strumentale si fa apprezzare non poco e tanta è la voglia di capire cosa partorirebbero scelte meno eterogenee se con il tempo l’ansia creativa si attutisse.
Perché il rischio principale per Il Nido è quello di autoconfinarsi nel recinto dei gruppi le cui capacità vengono penalizzate da un’eccessiva componente di ironia, ma quello che per noi è un peccato non deve esserlo necessariamente anche per loro, poiché l’impressione è che Il Nido si diverta proprio tanto così e l’e.p. risente dell’eclettismo del frontman Val Monteleone che è impegnato anche su molti altri fronti creativi.
Se dal vivo riescono a restituire tutta la verve che hanno su disco, devono essere irresistibili.