- Chad Kroeger - Voce, Chitarra
- Ryan Peacke - Chitarra, Seconda Voce
- Mike Kroeger - Basso
- Daniel Adair - Batteria
1. Never Again
2. How You Remind Me
3. Woke Up This Morning
4. Too Bad
5. Just For
6. Hollywood
7. Money Bought
8. Where Do I Hide
9. Hangnail
10. Good Times Gone
Silver Side Up
Avete presente quei classici gruppi che si stabilizzano su Mtv per qualche mese, un anno al massimo, e poi scompaiono definitivamente dalla scena? Bene, i Nickelback ne hanno fatto a loro modo parte. Come tutti ben sanno, sono stati per qualche periodo vittime sacrificali della follia commerciale del mercato musicale (che gli aveva al contempo snobbati nei precedenti anni), entrando e scalando le chart più importanti d'Europa e d'America e vendendo milioni di dischi. E poi? Poi sono lentamente scomparsi, ritornati nella loro realtà sempre più lontana da riflettori e schermi televisivi (ma non cinematografici, come dimostrano le colonne sonore di Daredevil, Spider-Man e The Punisher), sebbene sempre con un cospicuo assegno nelle tasche. Causa del loro improvviso successo è un disco del 2001, il celeberrimo Silver Side Up.
Disco piuttosto ambiguo e contraddittorio per via del suo costante sali-scendi tra ottime composizione e banali cadute di stile, l'esordio dei canadesi è il classico prodotto post grunge/pop rock metà frutto della personalità del gruppo, metà frutto delle volontà commerciali di chi vi è al di sopra.
Buoni episodi di certo non mancano: How You Remind Me (singolo di lancio del disco) è una canzone senza troppe pretese ma dal grande spessore melodico, alla stessa maniera di Woke Up This Morning o dell'ancora più bella Too Bad, miglior brano dell'album col suo riffing serrato e trascinante; ma sotto l'evanescente velo di quella piccola manciata di song (a cui si aggiunge anche la conclusiva Good Times Gone), Silver Side Up è fragilmente costruito, basandosi infatti su episodi troppo scontati (Just For e Hollywood), troppo poco coinvolgenti (Never Again), troppo scialbi (Money Bought e Where Do I Hide) per permetterne un'effettiva riuscita stilistica e compositiva, magari meno vincolata agli stilemi del pop-rock più "hard" e alternative che qui senza soluzione di continuità si ripetono.
Ma d'altronde il destino delle band finite sotto l'occhio scrutatore del mainstream non può essere che questo: i Nickelback si sono lasciati catturare e, stando soprattutto all'esponenziale crescita dei propri introiti, pare proprio che gli sia piaciuto. Peccato.