Voto: 
9.2 / 10
Autore: 
Iacopo Fonte
Genere: 
Etichetta: 
Drag City
Anno: 
2006
Line-Up: 

Joanna Newsom - voci, arpa

Tracklist: 

1. Emily (12:07)
2. Monkey & Bear (9:29)
3. Sawdust & Diamonds (9:54)
4. Only Skin (16:53)
5. Cosmia (7:15)

Joanna Newsom

Ys

Pura poesia. Ys (uno "Yes" letto "iiis"), quarto full-length del talento californiano Joanna Newsom, è una di quelle opere talmente complesse e genialmente strutturate che un recensore trova serie difficoltà nell’elogiarne le qualità. L’album registrato da Albini è infatti come un’opera voluta da tempo da Joanna stessa, la quale ambiva fortemente a una collaborazione con un’intera orchestra; da qui tale volontà ha portato a un lavoro di approfondita progettazione che si traduce in un disco raffinato, godibile da un ampio pubblico, per la mancanza di un genere definito, ma soprattutto bello, oltre che stilisticamente, anche esteticamente (l’artwork è un dipinto di Benjamin Vierling, realizzato secondo tecniche del XVI secolo; il booklet poi è molto curato ed elegante). Premesse dunque l’assoluta originalità e immortalità di un disco che evade i limiti temporali della musica, andando a ripescare arrangiamenti orchestrali seicenteschi, si può passare a parlare della colossale collaborazione tra questa fantastica artista, Van Dyke Parks, per l’arrangiamento delle basi sonore di voci e arpa fornitegli da Joanna – che ha potuto con ampio anticipo (un anno) dare spazio al suo talento in assoluta quiete e spontaneità – e l’abile mixaggio di Jim O’Rourke.

Si trattava infatti di rendere omogenee due componenti, quella centrale di voce e arpa della Newsom e quella di una vera e propria orchestra, evitando la contaminazione delle due fonti artistiche e lasciando quindi indipendenti e supreme le linee melodiche appassionanti di voci e arpa. Un’impresa epica insomma, se si guarda soprattutto alla complessa strutturazione di un’orchestra caratterizzata da corde, fiati, ottoni più dulcimer, marimba, molteplici percussioni, banjo, mandolino, basso elettrico (Lee Sklar), chitarra elettrica (interpretata dal famoso jazzista Grant Geisseman) e fisarmonica, suonata dallo stesso Van Dyke. Il pericolo dunque di cadere in un grossolano collage sarebbe la norma per molti artisti con tanto di collaboratori, ma qui invece prende forma un disco di cinque perle (alcuni arrangiamenti delle quali sono vecchie conoscenze live dei fan, oltre alla dolcissima e poetica Cosmia che costituisce proprio un classico), per una durata di cinquantacinque minuti. Sono dipinte dolci, eteree e oniriche melodie, a metà tra il rinascimentale e il moderno, tra la malinconia e il surreale, che consacreranno sicuramente questa uscita tra le migliori dell’anno.

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