Necropolis Transparent
La scomparsa di Jesse Pintado nel 2006 ha gettato una cupa ombra sopra la scena grind/death metal. Il suo contributo negli anni è stato tale che tutti noi ascoltando un disco del suddetto genere vi possiamo ritrovare il suo stile inconfondibile che marchiò pietre miliari come World Downfall e Harmony Corruption, senza contare le altre collaborazioni coi Brujeria e con i Lock Up, autori di due immensi album dal nome Pleasures Pave Sewers (1999) e Hate Breeds Suffering (2002). La sua ultima apparizione come chitarrista fu nell’album dei Terrorizer, Darker Days Ahead (2006) prima che l’alcool lo portasse alla morte per insufficienza epatica.
I succitati Lock Up rimasero in stand-by per tanto tempo prima che si decidessero a ritornare i pista per la gioia di tutti fan del grindcore più irruente ma anche intelligente. Il posto vacante alla chitarra viene affidato al buon Anton Reisenegger, già ascia dei Criminal, il quale svolge un buon lavoro su disco senza far rimpiangere troppo Jesse. Per il resto, la line-up rimane immutata con Shane Embury al basso, Nick Barker dietro le pelli e Tomas Lindberg al microfono. Ospiti illustri su disco sono Jeff Walker dei Carcass e sua Maestà Peter Tägtgren a contribuire con alcune linee vocali in tracce che menzionerò successivamente. Il mixaggio è a cura del celebre Andy Sneap per un risultato potente, ad esaltare in particolar modo le pelli di Barker, in passato un tantino relegate in secondo piano.
Necropolis Transparent è il titolo di questa nuova furia musicale. Il classico mix di grindcore d’annata, death metal, venature black e hardcore fa sempre la sua bella figura a ci regala nuovamente un pugno di tracce da ascoltare in continuazione. Si inizia col botto con la ferale Brethren Of The Pentagram, breve traccia pregna di blast beats rabbiosi con una chitarra che macina riffs a tutto spiano in una struttura che punta molto sugli stop and go dalle furiose ripartenze. Questo ritmo forsennato non accenna a diminuire proseguendo nell’ascolto dell’album e ben presto ci si ritrova travolti in un turbinio impazzito che spesso strizza pesantemente l’occhio al crust/death (Accelerated Mutation, Necropolis Transparent, Rage Incarnate Reborn), al black più oltranzista (The Embodiment of Paradox and Chaos, Infiltrate and Destroy) oppure al grind più diretto (Parasite Drama, Unseen Enemy).
Ovviamente le tracce citate sono giusto alcune delle diciassette presenti sull’album e servono a mero titolo rappresentativo del genere suonato. L’album di per sé deve essere gustato nella sua interezza affinché possa avere il suo effetto deflagrante. Necropolis Transparent rispetta tutti i canoni del genere, anche tramite una registrazione impastata al punto giusto, ma non riesce a raggiungere i picchi dei due lavori precedenti per un soffio. Il carico di violenza forse è persino maggiore rispetto alle passate releases per certi aspetti (Barker è veramente un folle massacratore che non conosce limiti), tuttavia a tratti manca quella vena “memorizzabile” che caratterizzava ad esempio il 98% delle tracce presenti su Hate Breeds Suffering. Vena comunque presente in composizioni quali Vomiting Evil, Life of Devastation (dall’ottimo taglio thrash) o Discharge the Fear, caratterizzata ancora una volta da riffs fortemente improntati al black metal o al crust.
Insomma, un album per orecchie abituate questo Necropolis Transparent. Sicuramente prodotti così validi in questo campo non si ritrovano tutti i giorni (quanti gruppi cascano nella cacofonia più pura). Certo è che con una line-up del genere la mano sul fuoco la si mette senza preoccupazioni. I Lock Up sono tornati alla grande.