- Greg Edwards - Guitar, vocals, drum programming
1. Resurrection (03:23)
2. Monument To The Dead (06:21)
3. Mourning Life (09:18)
4. Cauterised (06:32)
5. Severance (12:08)
6. Vault (06:05)
7. The Cold Dread (bonus track)
Monument
Necronoclast è un progetto musicale fondato e portato avanti dal solo Greg Edwards che si occupa della voce, delle chitarre e della batteria programmata. Le lande fredde della Scozia sono lo scenario di sottofondo di questa one-man band e Monument rappresentò nel 2007 l’album di debutto. Il 2008 vide la ristampa da parte della Moribund Records con l’aggiunta di una bonus track. Si sa che la Moribund ha un debole per il black metal grezzo e primordiale (Judas Iscariot come nome a caso) e anche questo gruppo non costituisce un’eccezione, a tal punto da decidere di produrre anche i due album successivi.
Monument è un prodotto che sicuramente non dona nulla di nuovo al panorama black metal ed esso si può situare, a livello di stile, come una mediazione tra il black metal primordiale dalla Norvegia e il tipico suicidal-ambient black. Prendiamo ad esempio lo stile che Edwards ci propone con l’iniziale Resurrection: l’introduzione è in puro stile depressive black metal con i lentissimi battiti della batteria e l’atmosfera di pura decadenza. Fin qui nulla di esaltante anche perché pedante e troppo lungo. La chitarra pian piano si fa notare con arpeggi distorti per ricreare un’atmosfera cara agli Shining. Sovente abbiamo ricadute nel sinfonico con la sola chitarra arpeggiata in tonalità pulita che scema per ritornare sui battiti della batteria ad annunciarci la seguente Monument To The Dead, ovvero un brusco viramento in termini di velocità. I blast beats e la voce si fanno finalmente sentire anche se il riffing conserva una traccia depressive ben udibile. Lo screaming è abbastanza anonimo, anche perché è dura inventare qualcosa di personale oggigiorno.
Mourning Life ancora un volta mostra chiari segni di mediazione tra il classico stile old school black metal e quello più depressivo che esce nelle partiture rallentate, pregne di arpeggi. L’atmosfera ne giova e spesso gli Abyssic Hate sono un buon termine di paragone per queste sezioni. Quello che poco riesco a sopportare è il suo della batteria programmata, specialmente quello dei piatti. Ad ogni modo, le atmosfere traggono giovamento dalla registrazione buona e dal discreto lavoro delle chitarre, angosciante e ossessivo. Tauterised è probabilmente una delle tracce meglio riuscite qui poiché la chitarra solista riesce a donare un tocco sofferente degno di nota, mentre si procede sempre su piste lente e grigie. I tocchi Hellhammeriani nella chitarra di Severance è un buon spunto per dare varietà al disco. La batteria si assesta anche su passaggi in doppia cassa mentre il gelo del suono della sei corde non viene meno. Non mancano neanche le classiche parti lente e a volte le linee soliste sono veramente buone, riuscendo a trasmettere un feeling decadente coadiuvato da un sorprendente growl come sostegno ad una volontà di mettere in musica la sofferenza di una vita svuotata da ogni valore e gioia.
L’arpeggio su tonalità tristi di Vault ben si amalgama alle sue linee soliste strazianti, confermando ancora una volta le capacità di Edwards quando si tratta di tirare fuori dal cilindro queste melodie. La finale The Cold Dread è tratta dall’album The Plague e si possono notare delle differenze in termini di produzione, più grezza e ruvida, anche se lo stile non accenna a cambiare e si mantiene su tempi lenti a donare risalto alle oscure melodie. In conclusione questo Monument non delude gli appassionati di black oscuro con varie ricadute nel depressive e può anche essere apprezzato dai puristi del genere per le sue partiture più impulsive, tuttavia i capolavori sono altri. Diciamo che l’onestà e le idee ci sono e si spera in un futuro roseo per Edwards o meglio, oscuro. Penso che in questo caso il termine si addica di più alla musica.