Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Etichetta: 
Scarlet Records
Anno: 
2011
Line-Up: 

Marco "Peso" Pesenti - Drums 

Flegias - Vocals 

Pier Gonella - Guitars 

GL - Bass 

Tracklist: 

1. Part I  04:40   

2. Part II  06:25   

3. Part III  05:52   

4. Part IV  05:33   

5. Part V  06:04   

6. Part VI  05:18   

7. Part VII  06:08

Necrodeath

Idiosyncrasy

Devo essere sincero: vedermi i Necrodeath in giacca e cravatta sulla copertina del loro ultimo lavoro Idiosyncrasy mi ha spaventato leggermente. In un periodo in cui le evoluzioni sono all’ordine del giorno ed alcune di queste stravolgono stili apparentemente immutabili, ci si aspetta di tutto. Fortunatamente, questa volta le mie inquietudini sono state spazzate via di netto perché la furia del combo ligure non appare mutata rispetto agli ultimi lavori, anche se non mancano le sorprese. La tecnica acquisita in questi anni, unita alla furia che ha sempre contraddistinto la band anche questa volta miete le sue vittime.

Le sette parti che appaiono su questo trasudano di occultismo e violenza come in occasione di ogni uscita dello storico gruppo black/thrash attivo sin dal 1985 e si fanno notare per essere un’unica title-track divisa in più sezioni. L’inizio di questa sorta di concept album è nella mani di una Part I che procede a rilento, introdotta da canti gregoriani e versi di belve pronte a mordere. L’atmosfera lugubre e sulfurea occupa un posto molto importante sia in questa canzone che nella restante durata del disco. Il riffing di Pier è massiccio ma anche pregno di quella melodia sinistra che caratterizza da sempre le releases dalle band. Lo scream acido di Flegias si palesa solamente verso la fine a suggello un’introduzione epica, oscura e dannatamente convincente. Segue a ruota Part II, canzone dal mood sempre oscuro e notiamo come, ancora una volta, la velocità sia messa da parte quasi del tutto per puntare tanto sul groove delle chitarre ed il loro solismo nella parte centrale. La sua struttura da sei minuti non porta cali qualitativi giacché il riffing è sempre ispirato. Non mancano sporadiche esplosioni di velocità ma in linea generale i momenti migliori si riscontrano nei tempi medi, grande prova di forza ed ispirazione da parte del gruppo.

Part III debutta con prolungati arpeggi ove la voce di Flegias predilige il growl per pronunciare testi in latino. La sua struttura denota un crescendo progressivo in brutalità che va a sfociare in riffs diretti supportati dalla batteria instancabile dell’ottimo Peso. Ci sono anche alcuni elementi di novità, come delle partiture dissonanti da parte delle chitarre e numerosi cambi di tempo che mostrano la crescita di una band in costante bilico tra passato e futuro. Part IV potrebbe essere presa come esempio quando si vuole parlare del “nuovo” corso della band. Trattasi di un pezzo a tratti molto atmosferico che non viaggia mai su binari impulsivi al fine di appesantire il mood oscuro dell’album. Un dinamismo maggiore viene allo scoperto con Part V, ottima in occasione dei cambi di tempo supportati da un riffs incontrollabile e funambolico. Ad ogni modo, come potrete ascoltare, gli elementi di novità sono parecchi e si riscontrano ancora una volta nei riffs a tratti dissonanti e nei vocalizzi meno brutali.

Ci si avvicina alla fine dell’ascolto quando ci troviamo al cospetto di una Part VI in costante bilico tra violente sezioni in up-tempo e rallentamenti che vedono un Flegias approcciarsi ad uno stile leggermente più pulito, coadiuvato da sezioni di chitarra groove ed a tratti più accessibili. A chiudere il lavoro troviamo Part VII, canzone che stilisticamente ricorda l’inizio dell’album perché ne riprende alcune melodie e lo stesso groove macabro. Alcune velocizzazioni di marcatamente thrash affondano nella struttura e donano una potenza incredibile quando serve, per poi lasciare spazio ad un finale sfumato. Termina così un lavoro molto particolare. Da un lato la band rimane fortemente incorata allo stile che l’ha contraddistinta sin dalla reunion di fine anni 90, dall’altro essa procede nell’esplorazione di nuovi lidi, pur sempre rimanendo nell’ambito del genere estremo.

Idiosyncrasy sicuramente mostra un approccio meno impulsivo e quello che ne emerge è una volontà della band di puntare tanto sull’atmosfera. I tempi medi predominano ma c’è ispirazione, freschezza e convinzione in un lavoro che potrebbe essere un punto di svolta in questa continua evoluzione.

NUOVE USCITE
Filastine & Nova
Post World Industries
Montauk
Labellascheggia
Paolo Spaccamonti & Ramon Moro
Dunque - Superbudda
Brucianuvole
Autoprod.
Crampo Eighteen
Autoprod..
BeWider
Autoprod..
Disemballerina
Minotauro
Accesso utente