Voto: 
7.2 / 10
Autore: 
Roberto Vitale
Genere: 
Etichetta: 
Artist Service
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Mikael Sandvik - Voce Solista;
- Hans Olsson - Chitarra;
- Robert Norberg - Chitarra Basso;
- Morgan Valentin - Tastiere;
- Jonas Ludvigsson - Batteria.

Tracklist: 

1.  Only God
2.  I Will
3.  After the rain
4.  Trail of tears
5.  Last man standing
6.  Stay
7.  Close my eyes
8.  Bitter tears
9.  Is this love
10.  Learn to fly
11.  Nothing can bring me down
12.  2 Worlds collide
13.  Something to believe in

Naughty Boys

R U Naughty Enough

Da diverso tempo a questa parte, ci si trova sempre più spesso a parlare di bands provenienti dalle fredde terre scandinave, dedite ad un sound, che di freddo ha ben poco, visto che si rifà, sia a livello di ispirazione  che di look, ad atmosfere tipiche di un certo hard rock dove la melodia ha un posto prioritario, dove nulla è lasciato al caso, dove il sound risulta si graffiante, ma certamente indolore, sound che deve molto a gruppi come Def Leppard, Skid Row,Whitesnake, White Lion ecc.
La storia dei Naughty boys, è parecchio lunga, nel senso che il gruppo si è formato nel lontano 1989 ad Hagfors, in Svezia, ma piena di peripezie e cambi di line up, dimostrata dal fatto che del nucleo originale, non è praticamente rimasto nessun componente.
Registrato un demo contenente due tracce nel 1990, il gruppo riesce in qualche maniera ad andare avanti riuscendo ad incidere un mini cd contenente 5 tracce nel 1993, ma tutta una serie di problemi impedisce agli svedesi di farsi conoscere, come se non bastasse poi, problemi interni portano allo scioglimento nel 1994.
Si ritornerà a parlare del gruppo nel 2001, quando il quintetto si rimette assieme realizzando un'antologia demo, contenente versioni "live" dei loro vecchi brani ed altre canzoni mai registrate, purtroppo però questo demo non vedrà mai la luce.
Nel 2003 viene pubblicato il cd single "X (ten)", che comprende tre brani accolti molto bene da pubblico e critica, tanto che il gruppo comincia a farsi vedere più spesso in sede live, ma paradossalmente a tale interesse corrisponde un nuovo periodo caratterizzato dal silenzio discografico, interrotto, finalmente nel 2007, quando viene pubblicata la loro prima prova sulla lunga durata.

RU Naughty enough, suona esattamente come dovrebbe suonare un disco hard rock melodico, pungente dove serve, scattante, tecnico, romantico o grintoso quanto basta.
Naturalmente il problema nasce quando si deve parlare di originalità, fatto che risulta estremamente complicato, tante sono le influenze che si possono trovare tra le 13 tracce del disco, che per inciso, si fa ascoltare con piacere.
Se si amano le sonorità che hanno reso famosi i White Lion di Mike Tramp, o se per esempio si è apprezzato il nuovo album dei Poodles, ebbene i Naughty Boys, viaggiando sulla stessa lunghezza d'onda, risulteranno estremamente gradevoli, visto che l'aspetto melodico, in percentuale, riveste un importanza notevole nella realizzazione di ogni singolo pezzo.
Interessante la prova del singer Mikael Sandvik, che spazia agevolmente tra parti più grintose ad altre più suadenti (ascoltare per credere la ballad "After the rain"), chiaramente influenzato a livello di impostazione dal già citato Mike Tramp dei White Lion.
Il suono del gruppo è molto omogeneo, e tutti i musicisti si danno da fare per non risultare invadenti, creando un suono compatto oltre che melodico, il tutto facilmente memorizzabile.
Ecco, questa è la caratteristica più importante del disco, infatti ogni canzone dopo un paio di ascolti risulta facilmente canticchiabile, inoltre l'ottima tracklist, dove praticamente le atmosfere cambiano brano dopo brano, non annoia per nulla l'ascoltatore.
Spruzzate di AOR (la bellissima "Trail of tears"), si alternano a momenti più ricercati come ad esempio l'ipnotica "Last man standing", anche se entrambe i brani ricordano moltissimo i Whitesnake epoca Slip of the tongue.
Come scritto poc'anzi, i Boys sanno essere grintosi quanto basta e lo dimostrano in alcuni brani come "I Will""Stay", dove il sond si fa più aspro pur non spostandosi dai canoni dell'hard rock melodico.
La power ballad "Close My Eyes" apre la strada ad un altro brano dove la componente melodica ben rappresentata da un suggestivo tappeto tastieristico la fa da padrone ("Bitter Tears") e prepara all'up tempo intrigante "Is this love", che a differenza del titolo non ha nulla a che vedere con il mega hit dei Whitesnake. Ancora echi del serpente bianco si notano chiaramente in "Nothing can bring me down", e in "Two worlds collide" brani potenti e ben suonati.

Il disco si chiude con un piccolo gioiello, l'introspettiva "Something to believe in", che non fa altro che confermare la bontà di un prodotto, che come detto, ha dalla sua la caratteristica della varietà, non risultando quindi ripetitivo, anzi, proprio il groove delle canzoni proposte racchiude l'arma vincente di un prodotto che può veramente soddisfare tutti gli amanti dell'hard rock melodico.
Un album che quindi che ha tutte le carte in regola per potere ambire ad un buon successo di vendite, talmente vasto è il potenziale pubblico al quale è rivolto; certo, chi dal rock vuole solamente impatto troverà sdolcinato un prodotto che almeno merita di essere ascoltato con attenzione, anche se un pizzico di personalità in più da parte del gruppo in un prossimo futuro non guasterebbe.
Speriamo non passino molti anni prima che ciò accada.


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