- Henrik Iversen - voce
- Vasi Vallis - tastiere, sintetizzatori
1. Memories
2. Beaten
3. Now Or Never (distant remix)
4. Guardian Angel (distant remix)
5. Deception
6. Surviving (distant remix)
7. Hunting
8. Answers
9. Pause
10. Ignorance (distant mix)
11. Apart
Distances
Gli svizzeri Namnambulu, accolti da uno dei principali punti di riferimento della scena future-pop, i VNV Nation, come loro "eredi", iniziano a tracciare un sentiero loro, divergente da quello dei loro padrini, stilisticamente riconoscibile (oltre che piacevolmente melodico, immediato, anche certosino negli arrangiamenti) ma anche minato da un particolare schematismo nelle composizioni che puntualmente finiscono per seguire lo stesso concetto e insistere sulle medesime intuizioni al tempo stesso ballabili ed emotive.
In pratica i Namnambulu si rivelono eccellenti intrattenitori, con melodie che colpiscono a fondo, ma privi di particolare progressione artistica, finendo col risultare anche manieristi e prevedibili.
Gli ingredienti della loro seconda uscita Distances sono sempre gli stessi, quegli intrecci di tastiere e sintetizzatori a metà fra la ricercatezza melodica del synth pop, la teatralità emozionale della trance, i suoni aspri ma orecchiabili dell'ebm; il tutto condito con la voce mesta e profonda di Iversen e sempre condotto avanti con continuità e cura certosina nelle stratificazioni elettroniche, insistendo con i refrain emotivi fino a renderli anche scontati e i rimescolamenti stilistici che fanno sì che la musica del gruppo possa risultare appetibile a più palati, piazzandosi fra precisi particolari generi differenti così come nell'attitudine future pop - cosa che però, considerando la crescente ordinarietà e melensa scontatezza delle atmosfere e dei giri melodici, rischia di annacquare il gruppo con costruzioni plasticose e fini a sè stesse.
Il compito di aprire il disco è affidato a Memories: è un seguito rallentato, disteso e più discotecaro della riuscita hit Now or Never, condita da voci filtrate in stile Alan Parson Project.
Beaten si riavvicina su coordinate più tipicamente synth pop contaminate da spunti più duri mutuati dall'EBM, fumosità disco, aperture trance (i passaggi con strings zuccherose accompagnate da linee melodiche ballabili ma eteree) e atmosfere influenzate dalla cold-wave. La sua anima distesa la rende quasi una ballata elettronica.
Deception è invece un pezzo synth/ebm altamente melodico e malinconico, con la solita propensione per le melodie emotive che iniziano a farsi leggermente monotone.
Hunting ricorda una mezza via fra Depeche Mode e VNV Nation, energica e accattivante, ma soprattutto divertentemente orecchiabile con i suoi suoni anche giocosi.
Segue Answers con le sue avvolgenti melodie synth pop condite da tappeti sonori quasi trance e da un mood introverso particolarmente vissuto, su cui si posizionano i beats sostenuti e il canto amareggiato ma a suo modo anche dolcemente malinconico.
La successiva Pause è probabilmente il pezzo più vicino ai VNV Nation di Empires, mentre la conclusione del disco è affidata a Apart, una ballata abbastanza melensa e banalotta che inizia con una tastiera melodica ripetuta. Quest'ultima ad un certo punto si nasconde in sottofondo per cedere il posto a strings corpose, effetti elettronici cupi e battito lento e cadenzato. Nonostante i climax emotivi, rimane un pezzo prevedibile.
Il resto dell'album è costituito da remix vari, si nota soprattutto il Distant mix per Now or Never (rivisto in chiave più ebm).
Il disco ottiene un moderato successo in Nord America, soprattutto in occasione del tour assieme a Melotron e VNV Nation.