Voto: 
5.4 / 10
Autore: 
Marcello Zinno
Etichetta: 
My Kingdom Music
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Luca Giancotti – voce, chitarra, basso, sintetizzatore
- Andrea Martella – batteria

Guests:
- Stefano Zanetti – chitarra (su Unlock The Door e After The Wave)
- Ascanio Borga – sintetizzatore (su Broken Glasses)

Tracklist: 

1. …And I
2. Fluid Hollow
3. Unlock the Door
4. Christmas
5. Berlin
6. After the Wave
7. Broken Glasses
8. Crumbled from stars

Nahui

A Blue Fire

Stavolta ci troviamo a conoscere una “one man band” che prende il nome di Nahui, nome che nasconde l’identità del solo autore Luca Giancotti, anche se accompagnato da un batterista in pianta stabile e da qualche session-man spot per alcuni precisi brani. Ma cosa c’è dentro lo scrigno “Nahui”? Un rock molto “easy” caratterizzato da fitte pagine di radice post-grunge che vivono nei brani ed anche nell’enciclopedia musicale dell’autore, ma che complessivamente si presenta con questo A Blue Fire come un adattamento dell’alternative rock. 

L’esempio della proposta musicale in ascolto può essere offerto da Fluid Hollow che alza i toni grazie al suo basso profondo in strofa ma perde subito colpi con un ritornello dalle sfumature profondamente pop (U2 molto spiccioli). Ciò non evita di lustrare le doti vocali di Luca ma che non sono sufficienti a farci apprezzare il prodotto nel suo complesso. Nonostante ciò si avvista un certo intento artistico, elemento essenziale per un parto alternativo, ma che è spesso troppo incentrato sulla costruzione melodica (leggasi chitarra) perdendo opportunità creative sulle altre componenti musicali. Anche Unlock The Door mantiene la stessa natura essenzialista: poche e semplici parole ripetute, un ritornello con un refrain più trascinante che accattivante ed infine distorsioni propagate al punto giusto per dar tinta al quadro finale. Ci si inizia a questo punto a chiedere se la presenza di una vera e propria band a supporto che misceli idee singole con composizioni collettive non possa essere l’arma distintiva per arricchire la proposta musicale dei Nahui. 
Esistono delle vette che si distinguono lungo le otto tracce e sicuramente parliamo di …And I, la cui anima compositiva suona davvero strabiliante e Berlin con la sua graffiante sana energia. A parte queste due parentesi la ricetta è sintomaticamente la stessa: tutto o quasi gira intorno alla chitarra, spesso attraverso più armonie che si compongono l’una sull’altra; la batteria, sporca, regge il tempo per dare ritmo e lasciar spazio alla voce che cerca di portare in alto il valore dei pezzi. A metà strada tra i Foo Fighters più pacati ed intimisti e le parti conformemente standard degli A Perfect Cirle (After The Wave), i Nahui non ci stupiscono spiccando il volo ma restano a bassa quota, prigionieri delle strutture che loro stessi si sono creati.

È così che la My Kingdom Music, dopo aver lanciato i Post-Traumatic Stress Disorder, tosti ed estrosi al punto da stupire in un periodo in cui proposte estreme non mancano, ha puntato a qualcosa di più introspettivo, godibile a trecentosessanta gradi e probabilmente apprezzabile (in termini di vendita) da un pubblico più vasto. Chissà che il mercato non la pensi diversamente da noi.

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