- Piermatteo Sabbatini - Chitarra
- Paolo Carbini - Chitarra
- Leonardo Corinaldesi - Voce
- Lorenzo Contadini - Batteria
- Pietro Bucari - Tastiere
- Riccardo Giampieri - Basso
1. Only In Memories
2. Affliciton
3. A Life That Don't Belong To You
Affliction
Nati a Jesi nell’autunno del 2004, i Nacom si formano (prima sotto il nome di Noir Lume) dalle menti di cinque giovani ragazzi dediti ad un Death Metal molto melodico con sfumature Black e altre addirittura più Prog-oriented. Fino ad oggi, sfortunatamente, della band ci è rinvenuto sulamente questo Affliction, un demo di sole tre canzoni che però si è rivelato una mini-opera dal contenuto compositivo veramente elevato per un gruppo underground italiano.
L’opener Only In Memories già comincia a tessere la rete sulla quale le melodie si sviluppano, alternandosi in sfuriate tipicamente death ad aperture melodiche più spinte sullo stile del prog, con la tastiera di Pietro Bucari a regnare con il suo suono tagliente e soprattutto compattante con il resto dell’insieme strumentale; sono infatti cornici di tastiera tipicamente “Swaniane” a rendere la canzone varia ma soprattutto quasi perfetta nell’arrangiamento aggressivo e sempre studiato. Troviamo invece ancora più melodia nella seconda e bellissima omonima Affliction, che dal suo atmosferico intro di pianoforte si slega in refrain d’un fascino molto particolare, resi ancor più interessanti dalle singole prove strumentali come ad esempio quella del bassista Riccardo Giampieri, sempre pronto a riempire gli spazi con stile ed estro, o come quella del singer Leonardo Corinaldesi, capace di passare dallo scream più straziante ad un growl profondo e molto espressivo.
Si giunge così al termine del demo con l’ultima A Life That Don’t Belong To You, una piccola perla di Death melodico con parti prog, elevate dalla bellezza dei suoi riff come ad esempio il ritornello, ricco d’una bellezza più unica che rara, degna dei migliori gruppi Swedish Death degli ultimi dieci anni. La struttura ritmica è sempre sostenuta e mantiene senza difficoltà le parti più veloci e spinte, mentre chitarre e tastiere si legano in melodie profonde e trascinanti e le voci si innalzano per guidare questo specchio di suoni fino all’orizzonte.
Perciò non mi resta che fare i complimenti a questo gruppo che ha saputo creare una musica varia e ben arrangiata, ricca di molti spunti interessanti sui quali la band dovrebbe naturalmente porre le basi per il futuro, un futuro che sembra già bussare con insistenza alla porta del gruppo. Peccato che questo demo contenga solo tre canzoni, perché se il numero di tracce fosse stato più elevato, allora il lavoro avrebbe potuto prendere una piega ancora migliore.
Ma il risultato non cambia: Affliction è un’ottima prova d’esordio per un gruppo che onestamente merita di essere molto considerato… E non solo in Italia.