-Leon - Voce
- Kohl - Chitarra
- Febe - Basso
- Femto - Batteria
1. Intro
2. Small Corpse Unit
3. Flavour Of The Deads
4. Bleeding Turning Around
5. Suffering from the Innocence
6. In my Temple (instrumental)
7. Useless Heart-Searching
8. Daseim Ohne Leben
9. My Sarcastic Point of View
10. Psychoinfibulation
11. Cloning Wicked Minds
12. My End (Outro)
Cloning Wicked Minds
Italiani, quindi Mediterranei. I Mutala ci tengono a precisare le proprie origini, per l'esattezza baresi di nascita, tanto da identificare il sound con il contesto geografico. In poche parole "Mediterranean Death Metal", o meglio ancora così amano definire il loro stile. Contesto a parte, i pugliesi si propongono al pubblico delle grandi occasioni dopo alcuni anni di pausa; per l'esattezza li avevamo lasciati nel 2001 con l'interessante Carnivorous Disposition, album sponsorizzato dalla Nocturnal Music. Oggi li troviamo alle prese con ben 12 tracce e un nuovo contratto discografico targato Sweet Poison Records.
Cloning Wicked Minds si attesta sin dalle prime battute come un prodotto maturo e graffiante. Rispetto al passato, forse li riascoltiamo arricchiti da una maggiore propensione melodica: infatti i nostri sembrano aver allungato i propri orizzonti, affiancando al consueto stile americano, le altrettanto classiche flessioni di scuola svedese. Un amalgama che per quanto non possa definirsi marchio di fabbrica, suona accattivante e piacevole all'orecchio. Pur in presenza di un songwriting poco originale, è lampante l'impegno dei Mutala al fine di dare alle stampe un artefatto dall'indubbio impatto, in quanto potente e dai pochi fronzoli. A riprova di ciò, pur dotati di discrete capacità esecutive, i musicisti impiegano la loro arte al servizio dell'azzeccata forma canzone. Per quanto derivato soprattutto ai padiglioni degli ascoltatori più avvezzi, consegue inappuntabile l'operato dell'unica chitarra, tanto in fase di riffing quanto nelle taglienti parti soliste, senza dimenticare i coinvolgenti arpeggi sparsi lungo tutta la title-track. In primo piano la sezione ritmica, ben espressa dai fratelli Febe e Femto, nel dettaglio resa magistralmente da un drumming energico ma preciso, che in più di una occasione richiama le dinamiche del brutal made in USA. Ascoltare per credere la riuscita In My Temple, tutta giocata su felici mid-tempos, così come Small Corpses Unit, Suffering From The Innocence, Flavour Of The Dead e Useless Heart-Searching, brani che incarnano alla perfezione l'anima duale del combo. Unico appunto per la timbrica di Leon, sicuramente non disprezzabile, ma altresì migliorabile in quanto monocorde e non sempre attenta nell'enfatizzare il cambio di umore delle note.
Giunti a conclusione non resta che promuovere i Mutala, autori di una prova interessante seppur, come già sottolineato, poco singolare. Platter consigliato a tutti gli amanti del genere, quale degna alternativa ai soliti nomi in circolazione. Avanti Così!