- Mario - voce e chitarra
- Ivar - chitarra
- Nacho - basso
- Servan - batteria
1. I'm A Pest (01:37)
2. The Cursee (01:21)
3. Operation Brainwash (02:34)
4. Jag Hatar Dig (00:34)
5. Back Door (02:53)
6. Monster (01:48)
7. Uprising Howl (01:37)
8. Feelin' Fine (02:30)
9. I Am (01:04)
10. Time To Fall (01:25)
11. My Time (02:20)
12. Tower Top (03:06)
13. Cops On Acid (00:35)
The Worst Is Yet To Come
In Italia sono praticamente sconosciuti, mentre nella madre patria, la Spagna, rappresentano un punto di riferimento per i giovani alternativi amanti del Rock più ribelle. I Muletrain si formano a Madrid nel 2001 dalle ceneri degli Aerobitch, gruppo nato sette anni prima e con un buon numero di fan al seguito. Grazie alla notorietà ottenuta da quest'ultimi, i Muletrain, essendone considerati i naturali eredi, riescono ad ottenere facilmente un contratto discografico con la Beat Generation, una delle label più significative in ambito Punk - Hardcore ispanico. Dopo l'uscita nel 2003 di Demolition Preaching, ecco finalmente arrivare nei negozi il suo degno successore: The Worst Is Yet To Come, full lenght accompagnato da un artwork dettagliato e crudo nei contenuti.
Il disco si presenta subito come molto breve ma intenso, e così è effettivamente. Nel giro di soli ventitre minuti e mezzo, infatti, i Muletrain prendono quello che è il Punk e lo modellano a loro piacimento, andando in questo modo a toccare le diverse correnti del genere, soprattutto le più estreme. La scarsa durata dei pezzi, tredici in totale, permette al gruppo iberico di proporre svariate sonorità senza rinunciare a spingere sull'acceleratore. Ci si ritrova quindi ad ascoltare canzoni assai differenti fra loro, dalle sfuriate Hardcore della fulminea Jag Hatar Dig al Punk stradaiolo dell'orecchiabile Back Door. Eccezionali anche Uprising Howl, imperdibile brano dal sapore Oi! ricco di melodia, e Feelin' Fine, con le sue sfumature vivaci bagnate di birra. Più lunga e cadenzata invece Tower Top, la quale non ha comunque niente da invidiare ai nomi fatti poc'anzi.
The Worst Is Yet To Come non è purtroppo un lavoro perfetto e vanno quindi sottolineati pure i difetti dell'album, a partire dall'inutilità di alcuni pezzi. I Am e Cops On Acid, ad esempio, non hanno motivo d'esistere, essendo in realtà canzoni veramente pietose sotto ogni aspetto. Inoltre, si ha spesso la sensazione di aver già ascoltato un determinato riff in altre occasioni, ma questo è un limite che caratterizza negativamente gran parte delle Punk band attualmente in circolazione. Non sempre infatti ci sono una chitarra tagliente o una qualche particolarità a rendere unico il sound dei Muletrain ed è un vero peccato, soprattutto perché il complesso spagnolo ci sa fare, come dimostra tra l'altro nei capitoli migliori dell'opera. In aggiunta alle tracce audio, nel full lenght trova spazio infine il video di Next Level, discreto pezzo contenuto in Demolition Preaching. Si tratta sfortunatamente di un extra tanto breve quanto inutile e perciò assolutamente trascurabile.
Il secondo lavoro dei Muletrain si fa apprezzare essenzialmente per veemenza sonora così come per la capacità di cogliere e riproporre su disco mille sfaccettature di uno stesso genere, il Punk in questo caso. L'album potrà quindi soddisfare i gusti dei soliti affezionati, mentre per i novellini è consigliabile cercare altrove qualcosa di più accessibile e personale.