Voto: 
6.0 / 10
Autore: 
Corrado Penasso
Genere: 
Etichetta: 
Osmose Productions
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Nordra - Vocals, guitar, bass
- Necrolucas - Drums


Tracklist: 


1. Opus I (04:30)
2. Opus II (04:30) 
3. Opus III (03:45)
4. Opus IV (05:24)
5. Opus V (05:53)
6. Opus VI (03:39)
7. Opus VII (03:50)
8. Opus VIII (05:33)

Mord

Necrosodomic Abyss

Mord è un gruppo norvegese formato da due membri di origine polacca: Nordra (voce, basso, chitarra) e Necrolucas (batteria). Con questo Necrosodomic Abyss i due musicisti giungono alla pubblicazione del secondo album dopo l’esordio Christendom Perished, targato 2006. Anche stavolta l’Osmose s’improvvisa talentscout e produce quest’ennesimo esempio di black metal selvaggio, veloce ed oltranzista. Come possiamo notare, la copertina ci si presenta piena di clichè del genere, come ulteriore conferma di una band che non conosce mezze misure e va dritto per la sua strada votata all’estremismo sonoro. 

L’album in questione si snoda attraverso otto capitoli semplicemente elencati con il nome di “Opus” a cui va ad aggiungersi la cifra romana per ogni canzone. La furia di questo gruppo non conosce limiti; le influenze arrivano manco a dirlo dalla Norvegia e dalla sua prima ondata di gruppi black metal. Tuttavia, possiamo anche notare con piacere elementi che rimandano in maniera alquanto evidente ai primissimi Marduk per poi uscire dalla penisola scandinava, fino ad arrivare in Belgio con i sottovalutati Enthroned. Insomma, si tratta di un prodotto che non brilla sicuramente per originalità o raffinatezza ma è giusto così. Necrosodomic Abyss si apre con la ferale Opus I e i suoi continui, precisissimi blast beats. I riffs sono glaciali e a volte mi fanno tornare in mente i primissimi Gorgoroth, tuttavia essi si limitano a due/tre cambi e il tutto rimane troppo statico. Il passaggio dai blast beats al mid-paced tempo è troppo slegato e non c’è fluidità.  

La produzione è buona ma la violenza della batteria spesso copre le chitarre, per poi non parlare del basso che è in sostanza inesistente.La voce è il classico scream black metal e molte volte si avvicina allo stile malato di Nattefrost (Carpathian Forest). Opus II e Opus III si distinguono per la loro marcia ossessiva con un tocco epico tutto particolare grazie a riffs glaciali. I tempi sono notevolmente più rallentati, anche se i blast beats entrano violentemente durante alcune parti. Personalmente trovo che essi non siano sempre adatti alla struttura delle canzoni e penso che molte volte i semplici, primitivi up tempo siano molto meglio al fin di risultare persino più maligni e legati al puro nichilismo dei primi anni 90. 

Sicuramente Opus IV si segnala come traccia più completa ed evocativa del lotto. La voce si assesta su livelli incredibilmente malati, arrivando a toccare dei picchi d’incredibile, pura malvagità. La struttura finalmente è più matura, costellata di veloci cambi di tempo con una buona serie di riffs che spaziano e s’intrecciano senza timore. Opus V si mantiene su buoni livelli e bene o male segue lo stile della traccia precedente con fulminee partenze e buoni cambi di tempo, supportati da una batteria che non perde un colpo nella sua essenziale brutalità. Opus VI si distingue, ancora una volta, per il brutale lavoro svolto dal batterista e dalla sua doppia cassa. La struttura è decisamente più impulsiva ma anche un tantino anonima. Opus VII non è da meno: i blast beats si susseguono senza sosta in un gioco violento, passando attraverso veloci sferzate con classici riferimenti al thrash, senza disdegnare un tocco dissonante nei riffs che aggiunge un senso grottesco tutto particolare. Opus VIII ci guida alla fine di questo lavoro senza distaccarsi da solito stile finora descritto, perciò preparatevi a rallentamenti oscuri e a micidiali accelerazioni.  

Tutto questo è Necrosodomic Abyss ed è consigliato agli estimatori più accaniti di certe sonorità estreme. Sicuramente per coloro i quali cercano le radici del genere in una produzione moderna, quest’album sarà come manna dal cielo. Ad ogni modo, mi sento in dovere di dare un consiglio per chi non è abituato a questo stile: fate attenzione a voler entrare senza la giusta preparazione.

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