01. Cinemomowa
02. Mi piaci se taci
03. Il palinsesto
04. Megadrive
05. Infanzia ubriaca
06. Ivana
07. Il cinismo e l’ironia
08. Voi non sapete cos’è l’amore (pt.1)
09. Voi non sapete cos’è l’amore (pt.2)
10 Minimo Comune Multiplo
11 Che vai cercando
12 Megalomanie diffuse
13 Lo Sposaliscio
14 Capodanno a New Orleans
15 Blu Elettrico
Mole (testi, voce, elettronica, percussioni)
Ruggi “Clifton” Burigo (chitarra)
Giovanni “John” Zanon (piano, piano elettrico, organo, synth)
Andrea Ki (basso elettrico)
Stefano Funes (batteria, batteria elettronica)
Simone Saviane (sax alto e soprano)
Manuale Per Funamboli
Nel Manuale Per Funamboli, secondo album per i Mole Moonwalktet, niente è quello che sembra.
Il più languido blues, ad esempio, può trasformarsi in un funkettone all'italiana anni '80, di quelli che hanno fatto 'pariare' più di una generazione per poi finire in trionfo New Orleans.
In certi casi il funky sottolineato da chitarre stoppate in “wah-wah mode” nasconde nervosi fiati jazz che fanno capolino e si arriva perfino a delineare un'ipotesi di crossover tra generi hot.
Perchè il calore generale è uno degli elementi fissi in questo sapiente meltin'pot che non teme di lambire perfino l'esotico da 'club tropicana'.
Ironia ovviamente a iosa che diversamente non si potrebbe suonare o concepire musica così.
Quanto soul, jazz e fusion hanno ascoltato i Mole Moonwalktet. E quanto hanno amato il funky ed il rock eclettico di scuola zappiana, di quello che dietro la sua apparenza benevola e sorniona nasconde e partorisce fior fiori di musicisti, di quelli che poi sanno suonare tutto e benissimo. E poi c'è quella teatralità tutta italiana nella voce di Mole (siamo o no il paese dei Conte, Buscaglione e Capossela..suvvia) che conferisce valore aggiunto a questi discorsi musicali.
Dovrei dire poi che tutti i musicisti sono sopraffini, confermato dai solo di sax di Simone Saviane alla intrigante, curiosa e versatile chitarra di Ruggi 'Clifton' Burigo (che sembra conoscere bene anche gente come Vai e Satriani) e soprattutto i tasti di Giovanni 'John' Zanon dai sapori piacevolmente vintàge.
Non un disco per tutti però. Non lo consiglierei ai giovanissimi che non apprezzano elevate concentrazioni di istrionismo perché più orientati verso suoni à la page, sicuramente sì a coloro che adorano ascoltare piccole storie raccontate con grande perizia strumentale, fantasia e senso dell'invenzione.