- Moby - Tutte le musiche, Synth, Programming
1. Division
2. Pale Horses
3. Shot In The Back Of The Head
4. Study War
5. Walk With Me
6. Stock Radio
7. Mistake
8. Scream Pilots
9. JLTF 1
10. JLTF
11. A Seated Night
12. Wait For Me
13. Hope Is Gone
14. Ghost Return
15. Slow Lights
16. Isolate
Wait for Me
Agli inizi degli anni '90 era un semi-sconosciuto ma apprezzato dj techno-house, dopodichè un continuo altalenare tra punk, ambient, elettronica, dance e pop elettronico che lo ha portato ai vertici della popular music moderna. Lui è Richard Melville Hall, in arte Moby, professione musicista e produttore da quindici anni abbondanti. Un viaggio continuo nel suono sintetico, un'epopea nello spazio digitale, dalla madida eccitazione da discoteca fino alle più raffinate eleganze colte. Una carriera che parla da sola: nove studio-album pubblicati a cui si aggiunge una mole impressionante di collaborazioni, remix, compilation, singoli ed Ep.
Wait For Me, ultima fatica del producer statunitense, esce a un anno e mezzo di distanza dal suo ultimo, vero album, quel Last Night (registrato nel 2007 ma distribuito solo a partire da Marzo 2008) che aveva lasciato un pò nel disappunto, un pò nello stupore, un pò nella disapprovazione il pubblico internazionale. Lontano dagli spudorati richiami dance-pop del precedente album, Wait For Me ripercorre i canoni più ovvii dello stile mobyano, proseguendo sul melodismo e le morbide atmosfere della sua conosciutissima (e ormai standardizzata) formula pop.
Non cambiando una virgola per quanto riguarda stile e arrangiamenti, Wait For Me ripiega su un accentuato piglio melodico, a volte intenso ma non sempre convincente. Atmosfere e sound rimangono palesemente li stessi: zero cambiamenti, zero evoluzione. Ma in ogni caso, da grande maestro del suono quale egli è, Moby riesce a tirare fuori dal cappello una serie di buone canzoni che, a conti fatti, salvano l'album e ne evitano il tracollo: la malinconia dell'opener Division, la più intensa Shot In The Back Of The Head (perfetta negli arrangiamenti e nella trama melodica) e il decadente lo-fi della conclusiva Isolate, unica vera e propria perla del disco. Il resto di Wait For Me è un perpetuo altalenare tra il peggio e il meglio di Moby, tra azzardi compositivi (la psichedelia di Walk With Me e Hope Is Gone è fascinosa ma incapace di elevare realmente l'atmosfera dei brani, per non parlare del sinfonismo di Slow Lights e dell'anonima Wait For Me), inutili intermezzi ambient pseudo-sperimentali (JLTF 1, Stock Radio), spudorate sottolineature di una formula musicale già ampiamente sottolineata (il solito e abusato pastiche melodico condito da ritmi downtempo e synth acidi di Pale Horses e Study War), ma anche buone idee che - in maniera piuttosto oscillante - vengono fuori, come dimostrano le piacevoli atmosfere di Mistake e Scream Pilots.
Non condividendo nulla - o quasi - con le indimenticate raffinatezze di 18, con la commercial-dance di Last Night e il dinamismo punk di Animal Rights, Wait For Me rimane ad ogni modo un disco piuttosto stantio e incapace di rinnovare uno stile che viene al contrario ripreso e ritratto ulteriormente, sempre dalla stessa mano, dallo stesso pennello, dalla stessa immobile inquadratura, riproponendo (anche se in chiave nettamente minore) le medesime atmosfere che lo hanno reso celebre. Moby, almeno, quel poco che ha da dire lo dice ancora in maniera decente e questo, visti i tempi, è comunque un buon segno.