- Klaus Dirks - voce
- Sven Lüdkes - chitarra
- Matthias Mineur - chitarra
- Sascha Onnen - tastiere
- Markus Brinkmann - basso
- Arved Mannot - batteria
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1. Prologue
2. Unholy War
3. Ashes To Ashes
4. Fuel To The Fire
5. Veil Of Death
6. The Last Farewell
7. Day And A Lifetime
8. River Of Pain
9. Ain’t The One
10. New Horizon
11. With Sparrows
12. Better Morning
Ethnolution A.D.
Dopo un breve prologo dall’atmosfera cupa, Ethnolution A.D. inizia con Unholy War, un discreto pezzo molto melodico e cadenzato; buono l’utilizzo delle tastiere in sottofondo, che aggiungono a tutto l’album un’atmosfera sinfonica. Migliori la seguente Ashes To Ashes, grazie ad un cantato molto ispirato ed un ottimo assolo, e la più veloce Fuel To The Fire, coinvolgente ma a tratti ripetitiva. L’intermezzo chitarristico Veil Of Death, costituito da un assolo molto riuscito ed emozionante, introduce l’episodio finale The Last Farewell, che racconta la missione suicida di un gruppo di militanti religiosi, predicendo il conflitto tra Israele e Hezbollah scoppiato poco dopo la registrazione dell’album. Con le sue atmosfere cupe ed un ritornello molto trascinante, The Last Farewell si rivela l’episodio migliore dell’intero platter.
Il disco prosegue su toni meno convincenti con Day And A Lifetime, mediocre e monotona canzone Power in stile Sonata Arctica, la veloce River Of Pain, caratterizzata da fraseggi chitarristici dal gusto barocco, e l’orientaleggiante Ain’t the One. Nulla di nuovo con la successiva New Horizon: anche qui cori, assolo lungo, elaborato ed ancora cori. Dunque, la varietà che si era riscontrata nella prima parte si perde nella seconda metà, contenente brani scontati, simili tra loro nella struttura e caratterizzati da cori noiosi e ripetitivi. Leggermente migliore risulta la successiva With Sparrows, grazie ad un buon connubio tra pianoforte, tastiera e chitarra. Buona anche la conclusiva Better Morning, sinfonica ed oscura, scritta in collaborazione con Chris Wolff, ex componente dei connazionali Rage.
In conclusione, Ethnolution A.D. si configura come un lavoro mediocre, maturo per quanto riguarda gli argomenti trattati ma spesso musicalmente scontato e ripetitivo, che nulla aggiunge e nulla toglie alla scena Power europea.