Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Paolo Bellipanni
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Cesaro - Synth, Tastiere, Drum Machine
- Nino - Drum Machine, Synth
- Spreka - Piano, Synth, Harpsichord

Tracklist: 

1. Let The Music Begin
2. Clappin' Lips
3. Screamhead
4. The Cripple
5. Escape
6. Sea Of Sins (S.O.S)

MMMF

In The Lab

Tre giovani romani, armati di sintetizzatori, tastiere, drum machine e di una vena creativa intensa e turbolenta. Gli MMMF, dopo aver riscosso un relativo successo grazie all'inesorabile potenza divulgativa di Myspace, esordiscono nel mercato underground con un demo, In The Lab, che, si spera, possa rivitalizzare in maniera piuttosto vigorosa un panorama elettronico stantio e poco pubblicizzato come quello italico. Le premesse ci sono tutte e le idee non mancano: il trio laziale si immerge infatti senza troppe difficoltà in un'elettronica moderna, strumentale e caratterizzata da un piglio melodico corposo e ricco di cromatismi atmosferici.

Passaggi IDM, beat frenetici, aperture melodiche e rallentamenti di netta matrice techno si intrecciano e si snodano in continuazione per tutta la durata del demo, aperto dalla breve intro Let The Music Begin per poi lasciare esplodere tutta la sua carica musicale con Clappin' Lips, brano che riporta alla mente molta elettronica di stampo anglosassone non disdegnando però tessiture compositive particolari e ricercate. Più contaminata dall'indie è invece la terza Screamhead, in cui le solite ed inesorabili influenze esterne (da Moby ai Daft Punk) si alternano ad improvvise e personalissime eruzioni sintetiche, ora più rilassanti, ora ballabili e trascinanti. In The Lab stupisce soprattutto per questa sua indole intrinseca in cui enfatici passaggi da disco-shock convivono con pause atmosferiche (a volte si percepisce la mano dell'onnipotente Eno) calibrate e tutt'altro che pleonastiche, laddove invece molta elettronica underground preferisce riempire gli intervalli di frivolezze e banalità effettistiche.

The Cripple ed Escape proseguono seguendo le già citate linee guida, presentando quindi interessanti giochi di synth e drum machine tra techno e IDM che solo raramente rischiano di inceppare l'andamento del disco che vede in Sea Of Sins (S.O.S) il suo ultimo e dilatato respiro con cui chiudere in maniera quasi pacifica e "angelica" una mezz'ora di musica che emana dal suo interno l'odore e l'aria rarefatta dei laboratori sotterranei.
Aspettando il loro approdare su full-lenght, si consiglia vivamente In The Lab non solo per una questione prettamente artistica, ma anche per una ragione d'orgoglio e d'urgenza socio-musicale: l'Italia ha bisogno di tali leve per ritagliarsi un posto di spicco nell'elettronica europea, soprattutto per il fatto che quest'ultima, per il momento, ci vede ancora come l'ultima ruota del carro.

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