Alessio Sanniti - Guitar, Drums
Vincenzo Sanniti - Bass
Andrea Penso - Electronic Effects and Keys
Mario 'The Black' Di Donato - guitar solo on track 2
The Gnomes (Ariel)
The Salamander (Mikhael)
Undines (Gabriel)
Elfs (Raphael)
The Gnomes
Vecchia conoscenza i latinensi Misantropus che cambiano etichetta ma non deviano dal loro rigoroso percorso che ai più può sembrare statico, monolitico ed immune a qualsivoglia input esterno.
Che i Misantropus non cercassero facili consensi lo si sa, ma che essi stessero cercando una verità nella loro evoluzione artistica e umana era già sufficientemente chiaro nei contenuti del loro precedente lavoro (2012).
Una verità spirituale, naturalmente, che già si intravede nella sua essenza terrena attraverso opere, atti e frequentazioni che riconducono tutti al senso e alla possibilità di una rinascita.
La natura e gli animali sono ancora al centro dell'universo non solo simbolico dei due fratelli del green doom metal, in ottima compagnia di legioni di angeli guardiani pronti a punirci per i nostri misfatti terreni.
Il verbo che esprime tutta questa vasta gamma di avvertenze, prescrizioni, consigli e suggerimenti è naturalmente il doom nativo dall'heavy metal, quello dai lunghi riff e poche variazioni che nel suo distendersi accumula energia e diventa mantrico.
The Gnomes (Ariel), The Salamander (Mikhael), Undines (Gabriel) e Elfs (Raphael), questi i titoli - con i relativi riferimenti angelologici - dei quattro lunghi movimenti che formano il disco della durata di trentacinque minuti circa, vedono oltre alla presenza dei due fratelli Sanniti, Andrea Penso agli effetti elettronici e Mario “The Black” Di Donato in guitar solo sulla seconda traccia.
Notevole anche il booklet che contiene una bella carrellata di foto che ben rappresenta la vita artistica dei Sanniti nel corso degli anni.
Jimi Hendrix diceva “blues is easy to play but hard to feel” e mai come in questo caso sostituire 'doom' a 'blues' ci sembra appropriato ed escludendo la coda ambientale di Elfs, un sano, drenante e depurativo headbanging con buona pace dei tanti magister che presenziano invisibili a The Gnomes, ci sta tutto.